“Non c’è vero culto Eucaristico senza compassione per i tanti Lazzaro che anche oggi ci camminano accanto”. È un passaggio dell’omelia di papa Francesco, che questa mattina ha presieduto la Santa Messa a conclusione del XXVII Congresso Eucaristico Nazionale a Matera.
Oltre 10mila persone hanno accolto il Santo Padre nello stadio “XXI Settembre – Franco Salerno”, insieme ai delegati delle 166 diocesi partecipanti.
Tra i passaggi salienti dell’omelia, riferendosi al Vangelo odierno: “Il ricco della parabola non è aperto all relazione con Dio: pensa solo al proprio benessere, a soddisfare i suoi bisogno, a godersi la vita. Com’è triste quando confondiamo quello che siamo con quello che abbiamo, quando giudichiamo le persone dalla ricchezza che hanno. È la religione dall’avere e dell’apparire”.
Il Papa ha ricordato: “Se adoriamo noi stessi, moriamo nell’asfissia del nostro piccolo io; se adoriamo le ricchezze di questo mondo, esse ci rendono schiavi”.
Inoltre, “le ricchezze ci spogliano del nome”. Nella parabola, infatti, non conosciamo il nome del ricco, ma solo quello del povero Lazzaro.
Nella pratica, il Pontefice ha detto: “Riscopriamo la preghiera di adorazione: essa ci libera e ci restituisce alla nostra dignità di figli. La nostra vita sia frumento macinato e diventi pane che sfama i fratelli”.
All’Angelus ha ribadito l’appello per la pace: “Maria, Regina della pace, conforti il popolo ucraino e ottenga ai capi delle Nazioni la forza di volontà per trovare subito iniziative efficaci che conducono alla fine della guerra”. E per l’Italia ha chiesto “più nascite, più figli”.
Nel saluto al Papa, il cardinale Matteo Maria Zuppi ha detto: “Santo Padre lei è un esempio, anche per i tanti musoni. Una grazia cominciare questo secondo anno del Cammino sinodale insieme”.
Il presidente della Conferenza episcopale italiana ha ringraziato tutti: “Ci siamo sentitina casa, una antica e bellissima casa in ci siamo sentiti accolti benissimo”. Poi ha aggiunto: “Noi perdiamo il gusto del pane a causa dell’individualismo. Tornare al gusto del pane ha significato nutrirci dell’amore concreto di Cristo. Con questo gusto del pane cercheremo tanti pellegrini”.