Ho conosciuto le nuvole guardandole. Uno dei miei giochi preferiti da bambina era fissarle stesa su un prato e scovarci le più svariate forme. Conigli, case, treni, draghi.
Siamo abituati ad esplorare e a comprendere ciò che ci circonda solo attraverso i nostri occhi. Al Museo Eidos, invece, sono le mani a dare forma al mondo. A costruire il pensiero come mi spiega Gabriella Sorrentino, responsabile della comunicazione per la Fondazione Sinapsi durante la mia visita al museo tattile di Cava de’ Tirreni, ubicato nello storico Complesso di Santa Maria al Rifugio.
Il Museo Eidos è un progetto della Fondazione Sinapsi che da anni rappresenta un punto di riferimento per la formazione, lo sviluppo e l’inclusione di bambini e ragazzi fino a 18 anni non vedenti, ipovedenti e con disabilità complessa.
Un museo tattile, in breve, si compone di percorsi oppure di un intero impianto espositivo per rendere fruibile l’arte attraverso l’esperienza tattile ai visitatori con disabilità visive.
Tuttavia questo tipo di esperienza e questo nuovo approccio verso l’arte dove decade l’imperante “vietato toccare” piace così tanto da aver attirato sempre più visitatori di tutti i tipi.
«Accogliamo classi di bambini e ragazzi che ci chiedono di visitare il Museo – racconta la direttrice della Fondazione Sinapsi, Alessandra de Robertis -. A causa dello spazio ristretto, ma soprattutto per rendere più efficace l’esperienza le suddividiamo in gruppi di 10/15 elementi. La visita si svolge nella logica della sensibilizzazione, che è uno degli obiettivi che il Museo si propone, ma permette anche la conoscenza di nuovi codici, come il Braille e l’esplorazione delle opere attraverso i bassorilievi».
Ci sono vari musei tattili in Italia. Il primo, totalmente tattile, è stato il Museo Tattile Omero di Ancona, nato nel 1993, grazie all’Unione Italiana Ciechi e alla Regione Marche. Il Museo Eidos ha la caratteristica specifica di tradurre la pittura per le persone con disabilità visiva, sulla scia dell’esperienza del Museo “Anteros” di Bologna, dove si possono toccare e conoscere attraverso bassorilievi posizionati all’interno dei vari percorsi i più importanti dipinti medievali e dell’età moderna. E proprio la curatrice dell’Anteros, la dottoressa Loretta Secchi è stata la referente per la progettazione e l’allestimento del museo tattile cavese.
Come nasce l’idea di un Museo tattile a Cava de’ Tirreni?
«La Fondazione Sinapsi – spiega la direttrice de Robertis – lavora da anni con i ragazzi e bambini con disabilità visive e complesse e ha maturato una grossa esperienza. Negli ultimi 10 anni abbiamo introdotto vari tipi di laboratori, tra questi quello di psicologia della percezione e dell’arte e abbiamo collaborato a rendere accessibili piccoli percorsi di alcuni musei nazionali. Durante queste esperienze abbiamo incontrato la dottoressa Secchi e, dopo aver formato la nostra equipe, abbiamo deciso di allestire un laboratorio permanente per poter lavorare con nuovi metodi alla costruzione del pensiero visivo per le persone non vedenti, che è il fulcro del nostro operato».
Dalla percezione delle forme geometriche all’essenza delle cose e alla fruizione dell’arte.
«Questo tipo di lavoro permette di percepire e conoscere una forma che non è soltanto una forma essenziale, geometrica, ma è una forma che ha un valore estetico, come quella che vediamo nei bassorilievi in gesso alabastrino che sono stati appositamente progettati per tradurre il dipinto per le persone non vedenti. Così come non è casuale la scelta delle opere tradotte, prediligendo dipinti con maggiori contenuti possibili che possono essere declinati per i visitatori».
La collezione di opere d’arte presenti nel museo è impostata su criteri tematici organizzati in diadi: maschile e femminile, ordine e alterità, dinamismo e stasi, permanenza e impermanenza, espressione ed emozione, evidenza e dissolvenza, laicità e sacralità.
Coppie di principi opposti e tra loro complementari rappresentati da altrettante traduzioni di opere d’arte che ne incarnano l’essenza e ne restituiscono la bellezza sotto lo sguardo attento di Oreste ed Elettra che svettano maestosi al centro della stanza.
La visita al museo è condotta da due guide museali esperte, Camillo Sorrentino e Sara Di Francia.
I supporti delle opere sono regolabili in altezza e inclinazione, per permettere l’esplorazione tattile dei bassorilievi a persone di diverse altezze. A fianco di ogni opera è previsto un codice QR, per far sì che ognuno dal proprio dispositivo possa fruire dei contenuti collegati a ogni opera.
Durante l’esplorazione tattile le guide accompagnano l’esperienza con parole iconiche per tradurre ciò che le mani stanno guardando. Ogni opera è raccontata brevemente anche con video in LIS. Ciascuna visita è adattata all’esigenza del visitatore per una completa accessibilità dell’arte.
Come prenotare una visita
Il Museo Eidos è aperto il giovedì, venerdì e sabato dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 18.00. È possibile visitarlo gratuitamente, su prenotazione scrivendo a: ciao@museoeidos.it oppure sul sito www.museoeidos.it