Ho sentito più volte la parola Emporio, con tutto quello che porta con sé, dal nostro Vescovo. Ascoltandolo, anche nello stile di carità che vuole per la sua Chiesa, ho maturato pian piano l’idea e il progetto che oggi sostiene tante famiglie.
Dunque, l’Emporio nasce dal desiderio di una carità che salvi la dignità e la libertà, il diritto e il dovere delle persone. E mi spiego meglio.
La dignità, perché è un luogo al pari di quello in cui tutti vanno a fare quotidianamente la spesa, dove si acquista in base a quanto si può spendere. L’unica differenza è che l’Emporio fa i conti con i punti. Non dà e non chiede soldi.
La libertà, perché ognuno prende ciò che gli occorre, secondo necessità o, perché no, secondo i gusti (non dimentichiamo che tra le più grandi povertà vi è la privazione della libertà, anche nelle piccole cose). Dove sta scritto che devo decidere io cosa ti occorre?
Il diritto, perché ognuno ha diritto – sì, il diritto – al necessario per sostenere se stesso e la propria famiglia. Inutile dire che quel diritto non concede a nessuno di non fare quanto è in suo potere per guadagnarselo.
Il dovere, perché non è un pozzo senza fondo, bisogna scegliere e fare la propria parte in questa carità condivisa: può capitare che un mese un destinatario non necessiti di tutto il punteggio fornito, lasciandolo inutilizzato contribuisce a sua volta a questa pagina di carità.
È chiaro allora che l’Emporio ha un valore educativo per gli utenti, per i benefattori e anche per i volontari.
Valore educativo che risolve, almeno in parte, l’accattonaggio e lo spreco, perché con questo sistema sarà difficile trovare i prodotti donati accanto a un cassonetto dell’immondizia.
La gestione, tutta informatizzata, oltre a consentire un reale controllo dei prodotti disponibili, dà la possibilità di avere resoconti dettagliati incrociando i prodotti consegnati, i periodi in cui questo avviene e la composizione del nucleo familiare che li ha ritirati, tenendo conto di età, sesso, disabilità, condizione lavorativa, situazione sanitaria… Per non parlare di statistiche e previsioni che è possibile effettuare con estrema precisione.
Vorrei infine spendere una parola anche sul valore comunitario per i volontari che si incontrano mensilmente per discutere di eventuali problemi, dei punti di forza del mese appena passato e organizzano la gestione punti creando anche delle offerte per i prodotti meno richiesti o vicini alla scadenza. Un sistema complesso (ma non complicato) che, per essere spiegato bene, richiederebbe molto più delle poche battute disponibili.
Ci sarebbe ancora tanto da raccontare: i destinatari possono svolgere opere di volontariato ricevendo altri punti spesa, possono avere prodotti anche in quantità minime, perché non dobbiamo assicurare a tutti il pacco con gli stessi prodotti.
Possono ricevere prodotti freschi o sotto scadenza da consegnare il prima possibile. Inoltre l’Emporio allarga la gestione degli utenti in sinergia con il centro di ascolto e l’ambulatorio medico sociale.
Mi fermo qui, ma voglio concludere scusandomi se ho usato la prima persona singolare: mi è risultato più semplice scrivere, ma la verità è che tutto nasce da un sentire comune, dall’esperienza e dall’operato di tutta la comunità che, riflettendo insieme, ha messo su questa bella realtà.
Giuseppe Pironti