«Credo che il carisma di un docente, come quello di un coach, determini quanto velocemente cambia lo spirito della classe (di squadra). Da quando sono in cattedra, cerco di essere per i miei studenti un buon allenatore di vita».
Lo scrive Luigi Novi, giovane docente di italiano, storia e geografia alla scuola secondaria di primo grado “Galvani-Opromolla” di Angri, in Prof on the road. Influencer di classe, un libro pubblicato nel 2021 da Delta 3 edizioni.
La lettura del volume, che nasce dall’esperienza dell’insegnante durante i giorni della chiusura generalizzata causata dalla pandemia e dai lunghi mesi di insegnamento a distanza (raccontata in un blog di successo), è un utile strumento per conoscere, dall’interno e all’inizio del nuovo anno, il mondo della scuola.
Sarebbe bello se, oltre ai dirigenti, ai docenti, ai ragazzi, agli assistenti, varcasse il portone d’ingresso delle scuole anche un “personaggio” immateriale, eppure essenziale: la passione. Da un lato la passione per l’insegnamento, dall’altro quella per l’apprendimento.
Ai tempi della didattica a distanza e delle interrogazioni attraverso lo schermo di un computer, alcuni docenti obbligarono i ragazzi a bendarsi perché non potessero barare e dimostrare conoscenze non possedute.
«Penso – commenta il professore Novi – che se cominciassimo ad appassionare sul serio i nostri studenti non avremmo bisogno di bendarli per valutarli».
La passione scompagina la normalità, le consuetudini, gli stili di insegnamento che fanno ritenere ogni studente uguale a un altro. Serve fantasia, creatività, capacità di adeguamento della propria didattica nella consapevolezza che ogni ragazzo ha una storia personale, un carattere soggettivo, inclinazioni diverse.
Tutto nasce dall’ascolto e dalla comprensione dei giovani che siedono tra i banchi. Non sono numeri – né s’identificano con un voto, che è solo una cifra – ma nascondono un mondo prezioso.
È così che il professore Novi inventa ogni giorno, con fantasia, un approccio diverso.
Come fare a spiegare il Cinque maggio di Alessandro Manzoni? È il 26 novembre 2020, l’indomani della morte di Diego Armando Maradona. Alcuni ragazzi, che non l’hanno mai visto giocare se non in immagini di repertorio, hanno gli occhi lucidi. E, allora, perché non parlare di Napoleone Bonaparte accostandolo al Pibe de Oro? Non erano forse accomunati da gloria, fama, celebrità, notorietà e dall’essere stati «personaggi sublimi e allo stesso tempo contraddittori, amati e odiati?». Quest’approccio coinvolge i ragazzi, li motiva. La lezione che ne nasce è vivacissima. Nel porsi al servizio dei ragazzi – è questo che deve fare un buon insegnante! – il docente ha un dovere, che dovrebbe mettere al primo posto: «Coltivare la felicità in ognuno di loro».