Andare verso l’altro con la «Luce tra le braccia». È l’augurio formulato dal vescovo Giuseppe Giudice nel videomessaggio di Natale.
Il Pastore della Diocesi di Nocera Inferiore-Sarno parla ai fedeli dal salone degli Stemmi del Palazzo vescovile di Nocera Inferiore.
Nelle case degli spettatori entra anche il presepe allestito nella casa del Vescovo. Immagini che scaldano il cuore e che, insieme alle parole di mons. Giuseppe Giudice, aiutano a riflettere sul senso del Natale.
Attenzione a correre indietro a segni e magie, ammonisce il Vescovo. Bisogna ritornare alla grotta di Betlemme per incontrare Gesù Bambino.
«Anche noi, in questo Natale e in questo anno nuovo che si affaccia, andiamo e accogliamo Dio che è in mezzo a noi in punta di piedi. Abbiamo bisogno di un po’ di silenzio, di preghiera, di una meditazione che ci faccia recuperare la centralità della persona», afferma mons. Giudice.
Un’umanità ferita in cui Dio, che si è fatto uomo, porta pace, speranza e futuro. «Dio si è fatto Bambino e in questa notte posso prenderlo in braccio. Con la Luce tra le braccia andiamo verso i popoli», l’augurio del vescovo Giuseppe.
La Lettera di Natale
“Un piccolo fanciullo li guiderà” è anche il titolo della Lettera di Natale 2022 del vescovo Giuseppe Giudice. Il testo riprende l’attualità, a partire dalla guerra.
Il conflitto che devasta l’Ucraina non aiuta gli adulti a custodire nel cuore il clima di gioia tipico del Natale. Ad accorgersene sono due fratellini, Alfonso e Prisco, protagonisti della Lettera dal titolo “Un piccolo fanciullo li guiderà. Insieme per un Natale di pace”.
Il riferimento biblico, tratto da Isaia al capitolo 11, si intreccia con il vissuto quotidiano. «Gesù ci ha insegnato che proprio i bambini sono i maestri del Regno», scrive il Vescovo.
I due piccoli, che portano il nome del primo Vescovo della Diocesi e del fondatore della Congregazione del Santissimo Redentore, diventano i registi di un nuovo Natale.
Allestendo un originale presepe nel loro parco, aiutano gli adulti a riprendere e ricucire le relazioni, perché Natale non è solo poesia ma accoglienza dell’altro per indicare una nuova via.