Ascolteremo il suo messaggio di fine anno con la stessa attenzione con la quale abbiamo seguito i suoi interventi nei difficili mesi scorsi. Così è stato anche il 16 dicembre quando, parlando al Corpo Diplomatico, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha voluto esprimere sentimenti di ribellione e di angoscia per quanto di atroce e scellerato sta accadendo nel mondo a causa di guerre e violazioni della dignità umana.
“In un mondo sempre più interconnesso – ha detto agli ambasciatori – le sofferenze inflitte dalla guerra non stanno colpendo soltanto l’Ucraina. In ogni angolo del mondo cittadini di Paesi diversi e lontani tra loro, soffrono per le ripercussioni del brutale attacco russo”.
A questa considerazione ne ha fatto seguire un’altra che, pur non citandola, richiamava la tragedia iraniana. “…in questi giorni si assiste a ripetuti, brutali tentativi di soffocare le voci dei giovani che manifestano pacificamente per chiedere libertà e maggiori spazi di partecipazione. Questi comportamenti vanno fermamente condannati. Si condanna da sé uno Stato che respinge e uccide i suoi figli”.
A tenere insieme le due preoccupazioni è l’amara conferma che vengono così “violati” i diritti fondamentali di milioni di persone nel mondo, diritti che sono “le fondamenta delle nostre democrazie”. Mattarella cita un’immagine cara al premio Nobel per la pace, l’avvocata e pacifista iraniana Shirin Ebadi: la democrazia come una pianta che per essere bella va innaffiata ma anche esposta alla luce. In altre parole, la democrazia “se non viene sorvegliata dalla gente muore”.
Ecco il monito del presidente della Repubblica reso ancor più vibrante dallo scandalo che ha coinvolto l’europarlamento in un momento particolarmente delicato e importante per la democrazia, la pace e la giustizia nel mondo.
Le responsabilità delle istituzioni nazionali, europee, mondiali, vengono richiamate e con altrettanta forza viene aggiunto che la deriva è arrestabile solo contrapponendo all’indifferenza un impegno culturale e morale da parte di ogni cittadino e di tutti i cittadini.
La voce laica del Presidente si leva con indiscussa e serena autorevolezza. Non mancano le risorse intellettuali e umani per questa lotta, Sergio Mattarella le ha riconosciute in molteplici occasioni evidenziandone la valenza educativa. Tocca anche ai media farle conoscere meglio come portatrici di speranza e di fiducia.
Ascolteremo tra pochi giorni il presidente della Repubblica, una voce che per amore della democrazia, della pace e della giustizia, prende le distanze dal frastuono di parole vane.