Cammino sinodale tra ecumenismo e dialogo

Per camminare insieme è bene riprendere i temi della “Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani”, che la Chiesa celebra dal 18 al 25 gennaio.

Gennaio, da tempo, è il mese dedicato alla preghiera per l’unità dei cristiani. La Chiesa italiana celebra una settimana, dal 18 al 25 gennaio, detta Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, per chiedere al Signore il dono dell’unità.

È importante far notare come la settimana è preceduta dalla Giornata per il dialogo con il mondo ebraico – che ricorre oggi, 17 gennaio – per ricordarci l’importanza dei nostri fratelli maggiori, gli ebrei, come ebbe a definirli san Giovanni Paolo II. 

Forse è bene, nel tempo del Cammino sinodale, riprendere con attenzione il significato e i temi della Settimana per l’unità. Unità, voluta da Cristo, per la quale ha pregato nell’imminenza della Passione, specialmente tra coloro che credono in Cristo.

È il dialogo tra di noi, tra le mura di casa, per il quale il movimento ecumenico tanto ha pregato e operato. Sappiamo che ci sono ancora questioni teologiche aperte, che ci sono state battute di arresto, ma mai deve venir meno nel cuore dei credenti l’anelito all’unità, desiderio di Cristo per il quale ha consumato la vita.

Camminare insieme, innanzitutto con quelli che abitano tra le nostre mura, e poi dialogare con tutti gli altri. A volte, c’è ancora una confusione tra cammino ecumenico e dialogo interreligioso; l’uno non esclude l’altro, ma sarebbe grave se educassimo ad una confusione o ad un sincretismo.

Il Cammino sinodale è un cammino percorso insieme, ma non si può omettere la varietà e la ricchezza dei diversi percorsi, né si possono omologare o mortificare le varie tradizioni. È molto importante, se veramente vogliamo camminare insieme, che nel rispetto della peculiarità di ognuno, sia ben chiara la meta che tutti dovremmo raggiungere: la santità, che si prepara innanzitutto nell’ecumenismo della carità.

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