Giornata della Vita Consacrata, appuntamento annuale di preghiera e di riflessione

Il vescovo Giuseppe ha presieduto la Celebrazione eucaristica nel santuario di Materdomini a Nocera Superiore.

Anche quest’anno in diocesi, come in tutta la Chiesa, si è celebrata ieri, 2 febbraio, festa della Presentazione del Signore, la Giornata mondiale della Vita Consacrata: un appuntamento annuale di preghiera e di riflessione per la Chiesa intera chiamata a riconoscere e accogliere il dono della Vita Consacrata quale carisma prezioso per la vita e la missione della Chiesa nel mondo.

La testimonianza della Vita Consacrata nella Chiesa ha una prerogativa unica: far vedere nel presente il non ancora, il modo di essere e di vivere nella Vita eterna, quale orientamento di vita per tutti i cristiani che qui in terra sono chiamati a contemplare all’orizzonte l’oltre della vita terrena, ossia la comunione dei Santi in Dio.

Il vescovo Giuseppe ha presieduto la Celebrazione eucaristica nel santuario di Materdomini a Nocera Superiore, dove religiosi e religiose della nostra diocesi si sono dati appuntamento.

Nella sua omelia, mons. Giudice ha preso spunto dalla celebrazione del rito della candelora, fatto in modo così suggestivo all’esterno del santuario, per richiamare tutti i presenti a lasciarsi avvolgere dalla luce di Cristo allo scopo di camminare come testimoni della luce e consumarci nella carità.

A noi consacrati ha ricordato l’impegno di rimanere fedeli allo Spirito dei nostri Fondatori, a essere forti nelle prove a cui la vita comunitaria quotidianamente ci sottopone, a essere al servizio della Chiesa, più che nell’attività, nella testimonianza della nostra consacrazione al Signore.

Alcune comunità ecclesiali della nostra diocesi sono amministrate dai religiosi; la presenza delle religiose in molte comunità ecclesiali sono un grande dono per l’assistenza alla gioventù nelle scuole e nelle parrocchie, agli ammalati, alla Caritas e nell’ambito liturgico.

In questo tempo particolare che la Chiesa sta vivendo, quello del Cammino sinodale, noi consacrati siamo chiamati a essere testimoni di fraternità per una Chiesa in uscita e in missione. Chiamati ad essere volto profetico in una società segnata dall’individualismo, dall’utilitarismo e dal desiderio di dominare sull’altro: questa è la grande sfida che ci attende, essere artefici di fraternità, facendoci uno con gli ultimi, nella gratuità del dono e cercando di vivere in armonia con tutti. Non solo, siamo soprattutto chiamati a vivere e testimoniare nella gioia e nella radicalità evangelica la nostra vocazione della sequela di Cristo.

                                  padre Aldo D’Andria, Delegato diocesano per i religiosi   

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