Ad accogliere la Puacs al primo ritiro insieme agli amici ammalati, dopo due anni di pausa dovuta alla pandemia, è stato don Giuseppe Perano, che ci ha ospitato nella casa parrocchiale San Michele Arcangelo di Nocera Superiore. Volontari e fratelli ammalati sono stati accolti con grande entusiasmo dalla comunità parrocchiale con dolci fatti in casa e diverse attività ricreative, a cui tutti i presenti hanno partecipato attivamente, creando un clima di gioia e fratellanza.
Il ritiro coincideva con l’inizio del nuovo anno liturgico, 27 novembre, prima domenica di Avvento, motivo per il quale durante la preparazione all’Adorazione Eucaristica, don Giuseppe ha spiegato l’importanza di prepararci a vivere il Natale seguendo un cammino privo di corazze, che possa permettere a Dio di lavorare alle nostre vite e superare con la fede le difficoltà.
L’entusiasmo dimostrato dagli ammalati nel primo incontro ci ha resi desiderosi di rivivere quel momento di aggregazione ed è stato doveroso per noi organizzare un appuntamento di condivisione in prossimità delle feste natalizie. Insieme a don Gaetano Ferraioli, direttore della Puacs, abbiamo deciso di incontrarci nella sede della nostra associazione per coinvolgere anche gli anziani ospitati nel monastero della Purità.
Il ritiro è iniziato, come di consuetudine, con il momento di preghiera seguito da numerose sorprese che ci hanno permesso di vivere l’atmosfera natalizia. Il monastero è stato centro di una grande festa, con l’arrivo di Babbo Natale che, insieme ai volontari, ha ballato, cantato, giocato e consegnato doni ai partecipanti.
Particolarmente toccante è stata la rappresentazione della scena della natività da parte di alcuni ammalati, che, con impegno e gioia tangibile, si sono immedesimati nei personaggi che hanno avuto il privilegio di vedere Gesù venire alla luce, suscitando in noi una grande commozione e facendoci comprendere il vero significato del Natale. È grazie a loro che possiamo sperimentare sulla nostra pelle la sensazione di cui parla papa Francesco: «possiamo diventare un po’ bambini rimanendo a contemplare la scena della natività, e lasciare che rinasca in noi lo stupore per il modo meraviglioso in cui Dio ha voluto venire nel mondo».
Con la speranza che questo stupore ci accompagni nel cammino associativo, ci impegniamo a trovare nel servizio quell’entusiasmo proprio dei bambini che permette di trovare la gioia anche nella semplicità.
Simona & Serena Pia
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