Lettere dal fronte russo: il libro/raccolta di Arturo Morati

Le lettere con gli auguri di Natale scritte dal fronte russo alle famiglie in Italia, rappresentano un momento durante il quale la guerra sembra sospendersi. Alpini, fanti, artiglieri, bersaglieri, scrivono a casa raccontando il quotidiano fatto di sofferenza, dolore, paura, ma anche di esaltazione per la prossima vittoria
La copertina del libro di Arturo Morati

Lettere dal fronte russo: il libro con una serie di testimonianze sull’orrore della guerra e sull’impossibilità di capire la crudeltà dei conflitti.

«Caro Peppiniello, scusami se ho ragione di invidiarti, agisci come io vorrei fare, ma che non posso, divertirmi un pochettino! Il terreno della Russia con il suo contenuto è troppo sterile e magro per soddisfare le aspirazioni di un giovane. Non mi rammarico per questo però, sono contento di rivedere presto la nostra terra sempre battuta da un raggio di sole. Spero di essere a Caggiano per Natale».

È uno dei messaggi raccolti da Arturo Morati nel libro “La tragedia dei soldati italiani in Russia – Le corrispondenze degli auguri di Natale”, edito da Tralerighe Libri. A firmarlo era il 20enne sergente universitario Sebastiano Caggiano, che scriveva al suo conterraneo Giuseppe Lamattina.

«Da questa bastarda terra di Russia. Le giungano i miei più affettuosi auguri di buone feste», è il messaggio di un altro fante.

La passione per il collezionismo

Morati, collezionista nocerino di nascita e brianzolo d’adozione, domani mattina alle ore 11.00 presenterà il volume alla biblioteca comunale di Nocera Inferiore. Questa mattina, invece, incontra gli studenti del I istituto comprensivo “Angelo e Francesco Solimena”.

Arturo Morati

L’autore risiede a Barzanò, in provincia di Lecco, dove è stato insegnante di sostegno. Negli anni ha raccolto migliaia di lettere, franchigie e cartoline. Ne conserve anche una inviata all’avvocato Attilio Barbarulo, assassinato negli anni Ottanta, e la corrispondenza dell’ex sindaco Francesco Apicella, che dopo la disfatta di Caporetto fu portato nel campo di Mauthausen.

La cartolina inviata a Barbarulo reca la firma di Bernardo Pignataro, che scrive: «Tanti affettuosi saluti, Bernardo».

La cartolina inviata a Barbarulo, fronte
La cartolina inviata a Barbarulo, retro

«Le lettere con gli auguri di Natale scritte dal fronte russo alle famiglie in Italia, rappresentano un momento durante il quale la guerra sembra sospendersi. Alpini, fanti, artiglieri, bersaglieri, scrivono a casa raccontando il quotidiano fatto di sofferenza, dolore, paura, ma anche di esaltazione per la prossima vittoria», si legge nella presentazione dell’editore. Il libro raccoglie documenti databili tra il dicembre del 1941 e il gennaio del 1943.

«Ho sempre collezionato francobolli, soldatini, lettere e cartoline. Ho cominciato dal mondo civile e poi mi sono specializzato nel settore militare», spiega Morati.

Il ricordo di nonno Biagio e dei reduci nocerini

Una passione, quella per la divisa, maturata grazie ai racconti del nonno Ciro Biagio Esposito: «È stato ufficiale nella Prima guerra mondiale. Mi affascinava quando raccontava le esperienze e si confrontava con altri reduci e mutilati di guerra. Tanti li ho conosciuti».

Accompagnato dal nonno andava alle celebrazioni che si tenevano al cimitero di Nocera Superiore dove c’è una stele che ricorda le vittime civili di un bombardamento americano avvenuto in zona San Clemente.

La collezione militare non si ferma alle cartoline raccolte nel libro. Parte da prima, dalla guerra di Libia del 1911, e arriva alle missioni di pace dei giorni nostri: «Un migliaio di cartoline tutte a tema natalizio».

Fu un suo amico di Cantù a suggerirgli di concentrarsi su un solo filone di collezioni: «Mi regalò una franchigia dalla Russia datata 25 dicembre 1942. Un colpo di fulmine».

Il libro si divide in tre parti: la prima si concentra sul Natale del 1941 e del 1942; la seconda contiene estratti di scrittori famosi che hanno combattuto in Russia; la terza parte riguarda una piccola parte delle corrispondenze raccolte negli anni.

«Ringrazio il sindaco Paolo De Maio e la scuola “Solimena” per l’accoglienza del mio libro», il saluto di Morati alla sua città, che aggiunge: «Spero di ritrovare tanti nocerini».

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