Due film che non hanno paura di guardare l’abisso

Giovedì arriva nelle sale l’atteso film di Darren Aronofsky “The Whale”.
Foto di Gerd Altmann da Pixabay

L e migliori uscite del mese di febbraio presentano immersioni profonde (non a caso nel titolo di uno dei due film proposti si nomina una balena) nei meandri della realtà, con esperienze biografiche e non che portano sullo schermo vissuti problematici, risolti in percorsi di redenzione personale che possono esser presi come esempio da qualunque spettatore.

Una coppia di film didattici, nel senso più nobile del termine, che non hanno paura di guardare l’abisso prima d’intraprendere la scalata verso il Paradiso, metaforico o letterale.

In sala già da qualche giorno, grazie all’encomiabile lavoro di I Wonder Pictures, “Tutta la bellezza e il dolore” di Laura Poitras, sorprendente Leone d’Oro all’ultima Mostra di Venezia. Il documentario usa la fotografa e attivista Nan Goldin come simbolo della resilienza (sostantivo quanto mai contemporaneo) e dell’incapacità di uniformarsi di uno spirito libero, dotato di un talento fuori dal comune.

Traumi insanabili subìti fin dalla preadolescenza, un indicibile abuso e la morte per suicidio dell’amata sorella, e un’insopprimibile voglia di amare e di sperimentare, di non permettersi per nulla al mondo la costrizione in solitudine, di provare sulla propria pelle, come da titolo, tutta la bellezza e le ferite del mondo.

Per di più, una forte denuncia, dal piglio giornalistico, dell’estrema facilità con cui negli Usa si prescrive l’oppiaceo OxyContin, causa della morte per abuso (paradossalmente legalizzato) di migliaia di persone.

Giovedì 23 febbraio, invece, arriva “The Whale” (La balena) di Darren Aronofsky, il regista statunitense che forse più pone a confronto il suo cinema con tematiche spirituali (si ricordano in passato un suo film sull’episodio biblico del Diluvio universale, “Noah”, e una riflessione sul concetto di Trinità in “Mother!”, con esiti controversi). Brendan Fraser interpreta il ruolo di un professore afflitto da grave obesità, in una settimana cruciale della sua vita. Come si diceva all’inizio, la porta per il Paradiso bisogna conquistarla.

di Donato D’Elia

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