Nel giorno del silenzio e dell’attesa il Vescovo ha scritto un messaggio per tutti i Figli in Cielo. Mons. Giuseppe Giudice ha pensato a tutte quelle madri che, come l’Addolorata, sono sotto la Croce.
«Mi è capitato in questi anni di ministero pastorale, da parroco e vescovo, di accompagnare molti giovani verso quel sepolcro; ora i loro nomi sono riscritti nel cielo, ed essi per sempre sono i figli in cielo. Ogni volta ho risentito, inginocchiato accanto ai loro corpi, il pianto della madre e il silenzio del Padre, che silenzio non è, ma parola muta», scrive il Pastore della Chiesa nocerino-sarnese.
Il Messaggio di mons. Giudice continua: «Ho imparato così, nello spessore della Croce, il mistero del Triduo Pasquale: la tenerezza del Giovedì santo; il pianto del Venerdì santo; il silenzio e lo smarrimento del Sabato santo».
Un sabato di speranza
E si sofferma su questa giornata: «Ed è proprio il mistero del Sabato santo che può aiutare tante madri e padri in gramaglie a vivere insieme a Lei, la Madonna del Sabato santo, questo tempo sospeso, interrotto, questa pausa grondante lacrime tra l’ultimo abbraccio del Figlio e il nuovo e sorprendente abbraccio del Risorto».
Un giorno che ci indica la speranza: «Ecco, vorrei che in questo Sabato venisse regalata a loro la speranza, ora che la vita dei genitori continua sotto la grande ombra di quel ricordo. E nulla, come il loro lutto sommesso, ora mi sembra tinto dei colori grigi e insieme luminosi del Sabato santo».
Una scintilla del cero pasquale
Il vescovo prosegue: «Ecco, in questa notte di luce, vorrei regalare loro una scintilla del cero pasquale, perché meno buia sia la loro notte. Penso questi genitori alle prese con lo strazio e la gioia delle fotografie, dei ricordi, dei perché, con un grande macigno sul cuore, come la pietra dinanzi al sepolcro di Cristo. Come un pellegrino, vorrei regalare loro oltre la memoria, la virtù cristiana della speranza, un briciolo della speranza del Sabato santo, ora che il chicco di grano è sepolto e lo custodisce la madre terra (cfr Gv 12,24)».
«A noi – aggiunge – sembra per sempre, perché gli occhi appannati dal pianto non avvertono nessun segno di un possibile germoglio. È silenzio, sospensione, pausa infinita e questuante, mentre la bufera della Croce è conclusa, sedata, ed è scesa la notte su Gerusalemme e su tante famiglie».
La Vergine santa
Il richiamo all’Addolorata: «Solo Lei, la Vergine santa, la Credente, è rimasta in silenzio ed attende nel Sabato della storia. Impariamo da Lei ad aspettare, a tessere nel buio la tela della speranza, perché nulla della vita di questi giovani andrà perduta. Egli, il Risorto, ci invita a raccogliere tutti i frammenti per impastare il pane di Pasqua».
Infine, l’esortazione: «Attendiamo nella notte, con le lampade accese, con la nostra mano stretta nella mano di Maria; sì, tutto è sospeso, ma tra un attimo sboccerà l’Alleluia e sarà Pasqua, e il Crocifisso-Risorto asciugherà le nostre lacrime e, ancora una volta, ci inviterà a riguardare il cielo, dove questi nostri figli ci attendono».