L’Organizzazione mondiale della sanità definisce la salute «uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale e non semplice assenza di malattia». Un concetto che spesso mettiamo da parte finché non risulta intaccato.
La diagnosi di una malattia neoplastica che aggredisce il nostro organismo diventa un evento destabilizzante: mette a rischio il nostro equilibrio psichico e affettivo. Passiamo dal «non ho tempo per» al «rischio di non avere più tempo» e a farne le spese possono essere sia il nostro approccio nell’affrontare la malattia, che il rapporto con i nostri cari.
Gli studi clinici concordano sulla necessità di occuparsi in modo specifico del supporto psicologico alle persone che combattono contro il cancro.
Nell’ambito dell’oncologia è fondamentale eliminare la malattia tanto dal corpo, quanto dalla mente, dove rischia di annidarsi anche dopo la sconfitta del tumore. La promozione della cultura del benessere psico-fisico nei pazienti oncologici, adulti o bambini, e nei loro familiari compare tra gli obiettivi dell’associazione di volontariato in oncologia Insieme per Rinascere.
Una realtà che promuovere numerose iniziative sul territorio rivolte alla prevenzione, a partire dalle visite mediche specialistiche. Nelle ultime settimane ha deciso di affiancargli un corso di tango terapia. «I corsi – spiega il presidente dell’associazione, Giandomenico Torre, psico-oncologo e psicoterapeuta – rientrano nel Progetto Salute&Benessere finanziato dalla Regione Campania e con il patrocinio morale della FAVO (Federazione italiana delle Associazioni di Volontariato in Oncologia)».
Un percorso articolato: dallo scorso gennaio sono state promosse giornate di prevenzione tra Nocera Inferiore, Castel San Giorgio, Pagani, Nocera Superiore e Angri. «Accanto alla prevenzione, necessaria e richiesta, abbiamo ritenuto doveroso promuovere un’esperienza emozionale come il tango», ha aggiunto Torre.
Da diversi anni, infatti, in ambito oncologico la tango-terapia è utilizzata come approccio terapeutico, per curare problematiche fisiche, psicologiche e relazionali, in pazienti che devono superare una malattia che mina così nel profondo il corpo e la psiche, con il fine di ritrovare l’equilibrio spezzato e di affrontare con la danza l’alienazione e l’isolamento per ritrovare la gioia del proprio corpo.
«Grazie ai maestri di tango Michele Galdi e Claudia Di Benedetto dell’associazione di Salerno “GTango Salerno” e a don Piercatello Liccardo, che ha concesso i locali del centro parrocchiale di Santa Maria del Presepe a Nocera Inferiore, abbiamo potuto avviare il corso con cadenza settimanale», ha sottolineato il presidente di Insieme per Rinascere.
Al corso hanno partecipato circa 40 persone, dai 20 ai 60 anni, tra cui pazienti o ex pazienti che partecipano da soli o accompagnati da partner.
«Il nostro scopo – ha aggiunto Torre – era quello di dare leggerezza a un percorso traumatico in ogni fase, anche dopo, quando il cancro viene sconfitto».
Sopravvivere al cancro è spesso un percorso ad ostacoli: riscoprire il proprio corpo senza temerlo, accettarlo nuovamente, ridefinire o rinsaldare gli affetti, reinserirsi nel lavoro, riprogrammare le priorità può essere insidioso se non si è affiancati da esperti. «L’approccio ad un percorso sanitario – ha concluso il presidente – deve essere considerato a 360 gradi e tenendo conto di tutti coloro che sono coinvolti. La battaglia contro il cancro coinvolge chi la vive e chi gli sta vicino. Non c’è salute senza salute mentale e relazionale».
Dalla malattia al ritrovato amore
Il tango, per chi ha vissuto o vive una malattia come il cancro, aiuta a riconciliarsi con il proprio corpo, attraverso il movimento, la musica, le parole, favorendo l’armonia e la complicità con il partner.
Giandomenico Torre ha ricordato una delle esperienze che lo hanno maggiormente colpito in questi anni di assistenza ai malati oncologici.
«Ho visto coppie ritrovarsi, riscoprire il piacere di condividere un’esperienza – ha raccontato –. Ricordo con piacere una signora di 50 anni, all’apparenza felicemente sposata. In realtà il rapporto con il marito era minato da tanti problemi e rancori. Quando lei si è ammalata, nel periodo tra intervento e chemioterapia, hanno iniziato il corso di tango-terapia, insieme ad una coppia di amici che già partecipava. Mi è capitato di osservarli. Notai un certo imbarazzo quando si toccavano le mani. Chissà da quanto tempo non accadeva».
La musica ha saputo smussare gli angoli sorti in tanti anni di matrimonio: «Incontro dopo incontro l’affinità cresceva grazie anche al fatto che il maestro dava degli esercizi da ripetere a casa. Mi sono ritrovato a parlare con il marito: mi confessò che aveva paura di perdere la moglie e in qualche modo, al di là dell’esito della malattia, voleva riconquistarla, perché il rischio di perderla gli aveva fatto capire quanto ancora l’amasse. All’inizio anche lei aveva delle resistenze a fidarsi di quella rinnovata armonia, ma il ballo li ha aiutati a rilassarsi e ora si sono ritrovati».
È proprio il caso di dirlo: amarsi e onorarsi in salute e in malattia.
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