«Ho preso in braccio la città». Josi Gerardo Della Ragione e la rinascita di Bacoli

Josi Gerardo Della Ragione racconta il “caso Bacoli”: come portare un Comune in dissesto finanziario e con criticità ambientali, economiche, sociali e criminali ad essere virtuoso esempio amministrativo. Un’esperienza che fa della corresponsabilità e del coinvolgimento della comunità il suo punto di forza.
La Casina Vanvitelliana di bacoli – foto dalla pagina FB di Josi Gerardo Della Ragione

Ha «preso in braccio la città» e con tutta la comunità sta contribuendo alla resurrezione di un territorio per anni oppresso da problemi economici, ambientali e criminali. Josi Gerardo Della Ragione, 36 anni compiuti un mese fa, professione giornalista, è il sindaco di Bacoli. Ritenuto un fenomeno della pubblica amministrazione, ha fatto assurgere agli onori della cronaca nazionale il “caso Bacoli”

Josi Gerardo Della Ragione

 «Un passo alla volta» è lo slogan che caratterizza il suo operato e quello della sua amministrazione.

Eletto sindaco per la prima volta nel 2015, aveva 28 anni ed era la fascia tricolore più giovane della Campania, fu sfiduciato dopo 13 mesi. Si ricandidò, ma non venne rieletto primo cittadino. Anche i successori ebbero vita breve. Nel 2019 la città flegrea tornò al voto e Della Ragione fu eletto sindaco con il 62,7% dei consensi.

Un progetto politico che si fonda sul movimento Free Bacoli. Un’esperienza nata nel 2009 dalla sinergia tra attivisti, volontari e associazioni. «Decidiamo di fare fronte comune sul tema dell’ambiente, della difesa dei beni comuni e la valorizzazione dei beni culturali», afferma. L’intento di quei giovani, e non solo, era liberare la città dal «senso di rassegnazione e apatia in cui era piombata». Un sentimento di frustrazione che si rispecchiava nell’assenza di servizi, nella crisi economica, nella manutenzione ordinaria di strade, giardini e pubblica illuminazione: «Il riscatto doveva passare dalle mani della comunità bacolese, è qui che bisognava determinare il cambiamento».

Un percorso che in 14 anni ha raccolto consensi anche oltre i confini comunali: «Non immaginavamo – si schernisce – che avremmo avuto una vita così lunga e che la nostra realtà potesse ispirarne altre 25 in tutta la Campania (Casoria, Giugliano, Castel Volturno, Scafati per citarne alcune, ndr) e ci sono tanti altri movimenti che, pur non chiamandosi Free, fanno riferimento a questa rete di diffusione di buone pratiche associative e di buona amministrazione». Il segreto del successo è «permettere ai cittadini disillusi e lontani dalla politica di rimettersi in gioco». Un “miracolo” diventato un video che si è meritato la vetrina di Time Square a New York.

Il finale della fiction Mare Fuori ambientato nella Piscina Mirabilis di Bacoli – dalla pagina Facebook Piscina Mirabilis

Una “politica nuova” con volti nuovi o una “nuova politica” anche con persone che hanno già avuto compiti istituzionali?

«Ci poniamo l’obiettivo di creare qualcosa che non c’era. In ogni campo ci sono state donne e uomini che hanno provato a cambiare. Free prova a mettere insieme questa militanza attiva di ogni età, presente ovunque. Non punta assolutamente a mettere da parte chi ha avuto già esperienze. Proviamo a stimolare i cittadini dal basso».

Un’esperienza che riscuote ampi consensi anche tra gli altri politici, è anche nel direttivo ANCI e gode della stima del presidente Vincenzo De Luca. La lusinga?

«La stima di tanti amministratori mi lusinga ed è ricambiata. C’è un momento in cui il politico passa dall’essere candidato sindaco, ad essere sindaco. Una volta eletti le problematiche sono comuni. Il sindaco è il rappresentante istituzionale politico più forte, un baluardo istituzionale per i cittadini che lo hanno come riferimento diretto. Avere anche la stima di persone come il presidente della Regione, di colleghi della Città metropolitana, di deputati e senatori è motivo di grande orgoglio, significa che stiamo facendo bene. Se alle bellezze della nostra città riusciamo ad aggiungere la stima ricevuta per la capacità amministrativa vuol dire che abbiamo creato modello sano e virtuoso».

Come è possibile incidere una svolta così marcata con un ente in dissesto finanziario?

«Il dissesto ti piega in due. Consideri che amministrazioni precedente alla nostra, composte da professionisti validissimi e accreditati, hanno rinunciato a governare parlando di “malato in condizione terminale”. Noi con passione, coraggio e sfrontatezza abbiamo ripreso la città in braccio e con tutta la comunità la stiamo risollevando. Quest’anno usciamo dai vincoli di dissesto. Il primo passo è ripristinare la normalità. Eravamo nel baratro, difficile fare peggio, ma altrettanto difficile fare meglio. Il malato non era terminale. Si poteva salvare perché c’erano le potenzialità, ma bisognava crederci. Tutto si può fare, ma un passo alla volta: la comunità deve capire che i miglioramenti possono esserci, ma sono graduali».

Contano tantissimo le capacità amministrative e anche il saper intercettare i finanziamenti pubblici. 

«Ho una giunta che lavora per la città h24, anche nei fine settimana, è composita per capacità, esperienze e generazioni differenti. Il tutto è supportato da un consiglio comunale di spessore e di lealtà. Ciò determina un’attenzione particolare ai finanziamenti sovracomunali. In sinergia, la parte politica e quella burocratica, riescono a raggiungere traguardi importanti. Abbiamo un potenziale importante che non si accontenta di quanto realizzato, perché si può e si deve sempre migliorare». 

Salvaguardia ambientale, valorizzazione dei siti culturali, recupero del territorio. I successi si sprecano.

«Non può esistere turismo e sviluppo senza la tutela dell’ambiente, ma non si può prescindere nemmeno dalla legalità e dalla giustizia sociale. Abbiamo spiegato ai cittadini qual era l’orizzonte e ci stanno aiutando a raggiungerlo».

Il rilancio turistico si collega anche ad un rinnovato indotto economico, non trova?

«È indubbio. Bacoli ha un potenziale turistico abnorme e in costante aumento. Lo certificano i dati di Federalberghi. Crescono le attività ricettive, turistiche e ristorative. Aumenta l’indotto economico, anche quello comunale. La Casina Vanvitelliana, per esempio, fatturava 7 mila euro all’anno. Noi siamo arrivati anche a 200mila euro all’anno, fondi che sono utilizzati per la comunità».

L’operazione di recupero che ad oggi la rende più orgoglioso?

«Tante. La più significativa l’apertura dell’Università, ma ci sono pure la ripresa dei lavori alla stazione di Baia, la ripresa della realizzazione della pista ciclabile, la restituzione della spiaggia alla comunità. C’è da fare ancora tanto, non bisogna fermarsi. In generale però sono orgoglioso di aver dato una dignità amministrativa a questo territorio che nessuno conosceva e aver scosso la comunità a fare la propria parte».

Risultati che aiutano anche nella lotta alla criminalità, a partire dal recupero dei beni confiscati.

«Avevamo Villa Ferretti, un potenziale favoloso. Oggi è in gestione all’Università Federico II (Centro di Alta Formazione sull’Umanistica digitale, ndr) con aule e una sala convegni, mentre il parco e la spiaggia sono gestiti dal Comune e fruibili da tutta la cittadinanza. Poi c’è una chiesa confiscata, che sarà rimessa al servizio della comunità, e una villetta che sarà una casa per accogliere i bambini speciali».

La sorprende l’attenzione mediatica suscitata dal “caso Bacoli”?

«Credo molto nella necessità di comunicare le cose che si fanno. Questo clamore nazionale ci inorgoglisce e ci responsabilizza. Tuttavia non immaginavo potessimo arrivare a tanto. Siamo felici perché ciò ci aiuta a fare ancora meglio e a godere del sostegno di tante persone e di altre istituzioni. va detto che, al netto della passione messa in campo, noi stiamo facendo solo il nostro dovere».

Il sindaco Della Ragione allo stadio “Maradona” di Napoli

È evidente che il miracolo bacolese ha in Della Ragione il centravanti di sfondamento. Ma se è riuscito a diventare il capocannoniere dei sindaci è perché ha una squadra alle sue spalle. Un progetto di successo che si potrebbe paragonare a quello del Napoli calcio, di cui è tifosissimo.

«Una passione tramandata da mio padre. Ci stanno regalando uno scudetto che alcune generazioni non avevano mai visto ed altre attendevano da 33 anni. La squadra ci sta dimostrando che si può vincere con un progetto. Le comunità devono comprendere che insieme possiamo fare tanto. Questo successo dimostra che Napoli può essere prima non solo nel calcio, ma anche in tutti gli altri settori».

E la sua città è pronta ad accogliere Osimhen, Kvaratskhelia e De Lorenzo: «Come ho detto a mister Spalletti e ai dirigenti del Napoli, Bacoli è a disposizione per un allenamento al campo sotto il castello di Baia o al nuovo campo di Cuma o per essere semplicemente vissuta. Mister Benitez veniva spesso a visitare le bellezze di Bacoli. Sarebbe bello, il non plus ultra, se i nostri campioni venissero a conoscere le bellezze della provincia. Per ora siamo felici di ciò che stanno facendo: creano orgoglio e comunità in tutto il popolo napoletano sparso nel mondo».

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