Il matrimonio prevede diverse tappe da affrontare. Si parla di ciclo della vita familiare. Per poter accompagnare una coppia in un cammino spirituale efficace occorre comprendere bene la tappa del matrimonio.
La guida può comunicare loro che decidere di avere un figlio è credere nel futuro; per chi ha fede si tratta di credere nell’eternità. Oggi è una scelta coraggiosa, visto che siamo immersi in una società che vive solo del presente.
Un’altra pista di attenzione è quella del saper vivere bene le fatiche, le difficoltà che emergono dall’avere un neonato in famiglia, qualcuno che rompe gli equilibri della coppia. Questo influisce anche sulla vita di coppia e di famiglia.
Il concetto della realizzazione di sé può diventare un nemico dell’amore vero: la ricerca di spazi personali, di pace e tranquillità, di svago e divertimento, quando vengono vissuti come diritti chiesti con pretesa, quindi con aggressività, mettono a dura prova il quotidiano di una coppia con un bambino piccolo.
Va tenuto presente che l’accompagnamento spirituale deve incarnarsi nella realtà umana delle persone che si desidera seguire. Nel caso di una coppia con uno o più figli piccoli è importante che la guida conosca bene le caratteristiche del ciclo della vita familiare.
Alla nascita del primo figlio la coppia entra in una nuova fase. Avviene un salto generazionale: non si è più solo marito e moglie, ma padre e madre. Questo comporta un nuovo sguardo l’uno sull’altra.
La mappa familiare cambia totalmente: occorre aprire i confini di coppia per fargli spazio. Le conseguenze sono diverse a seconda dei confini che la famiglia traccia: possono essere diffusi, rigidi o chiari.
Confini diffusi: è la famiglia dalle porte sempre aperte. I rapporti saranno invischiati, caratterizzati cioè da dipendenza affettiva reciproca, il problema di uno è il problema di tutti, sarà difficile ritagliarsi uno spazio personale senza il controllo reciproco, ciascuno si sentirà facilmente in colpa, frequenti i doppi messaggi.
Confini rigidi: nella famiglia c’è poca coesione. Ciascuno nella coppia vivrà comportamenti tipici di un’autonomia difensiva, cioè proclamata eccessivamente per paura di perdere la propria libertà, autonomia, quindi un’autonomia che diventa facilmente individualismo; si parlerà poco in famiglia. Anche il figlio potrà sviluppare un forte senso di autonomia. È quasi come se ciascuno facesse gli affari propri.
Confini chiari: in questa situazione ottimale, il sottosistema coniugale è chiaramente distinto da quello dei figli. Ci sarà chiarezza nei ruoli, rispetto dell’individualità, ma anche senso del noi e dell’essere famiglia, cioè buona coesione. I confini chiari nascono da un buon equilibrio tra autonomia e dipendenza.
Nell’accompagnamento si può incoraggiare la coppia a prendersi dei momenti solo per sé per parlare, leggere la Parola di Dio, pregare.
Il tempo viene espropriato ad entrambi: soprattutto di notte! A volte, se la sintonia di coppia non è più che radicata, può succedere che il papà sia geloso, si senta escluso. Occorre allora ritrovare un nuovo equilibrio nel rapporto di coppia.
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