Agroalimentare dei paradossi

Da un lato le file per i pacchi alimentari, dall’altro le file per accedere ai ristoranti più di moda.
Foto di Nicola Barts : https://www.pexels.com/it-it/foto/uomo-mano-tenendo-monete-7927424/

Mentre si celebrano, di fatto ogni giorno, i fasti del buon agroalimentare nazionale in tutto il mondo, cresce la quantità di persone costrette a mettersi in fila per un pasto caldo oppure per un pacco alimentare. Paradossi dei mercati e dell’economia, che dicono tutto su quali e quanto siano ancora i divari da colmare all’interno delle nostre società.

A ricordare la situazione sono stati qualche giorno fa i coltivatori diretti in occasione di una giornata dedicata alla cosiddetta “spesa sospesa”. L’inflazione alimentare più alta da quasi 40 anni – ha ricordato in una nota Coldiretti -, ha spinto fino ad “oltre 3,1 milioni le persone che hanno chiesto aiuto per mangiare facendo ricorso alle mense per i poveri o ai pacchi alimentari per un totale di 92mila tonnellate di cibo distribuite negli ultimi dodici mesi”. È la manifestazione più eclatante della diffusione di quell’economia dello scarto che, invece, dovrebbe trovare sempre meno spazio.

Tutto mentre le prospettive appaiono essere non certo delle migliori.

L’Italia – dice sempre Coldiretti – “si prepara a vivere l’estate a tavola più cara da decenni con il numero dei bambini sotto i 15 anni bisognosi di assistenza per mangiare che ha superato quota 630mila, praticamente un quinto del totale degli assistiti, ai quali vanno aggiunti 356 mila anziani sopra i 65 anni oltre a una platea della fame e del disagio che coinvolge più di 2,1 milioni di persone fra i 16 e i 64 anni”.

Altri dettagli, poi, forniscono ulteriori elementi per capire cosa in Italia si sta vivendo. Fra tutti coloro che chiedono aiuto per il cibo – evidenziano infatti i coltivatori – più di 1 su 5 (23%) è un migrante che nel nostro Paese non riesce a procurarsi da solo il “pane quotidiano”, ma ci sono anche oltre 90mila senza dimora che vivono per strada, in rifugi di emergenza, in tende o anche in macchina e quasi 34mila disabili.

A conti fatti, negli ultimi tre anni (è una stima Coldiretti) il numero delle persone che hanno chiesto aiuto per mangiare è salito di un milione, il 64% al Sud, il 22% al Nord e il resto nelle aree del centro Italia. Oltre 2 milioni di persone hanno ricevuto sostegni alimentari in modo continuativo, il resto si è rivolto ai programmi e alle strutture di assistenza solo in modo saltuario come ultima spiaggia e soluzione per momenti di estremo bisogno.

L’Italia della povertà, in altri termini, cresce.

Una condizione che fa a pugni con altre indicazioni che sempre dal variegato mondo dell’agroalimentare e dell’agricoltura arrivano proprio in questi giorni. Stando alle previsioni, oltre un terzo della spesa turistica nell’estate 2023 sarà destinato alla tavola per un valore che supera i 15 miliardi di euro che finiranno in pasti in ristoranti, pizzerie, trattorie o agriturismi, ma anche per cibo di strada o souvenir enogastronomici in mercati, feste e sagre di Paese. La stima è sempre di Coldiretti che sottolinea – con ragione -, quanto ormai il sistema agroalimentare italiano sia fondamentale per l’economia del Paese e, spesso, una delle motivazioni principali delle vacanze.

E’ così un divario che si ingrandisce ogni giorno che passa quello che l’economia agroalimentare mette in luce: da un lato le file per i pacchi alimentari che toccano milioni di persone, dall’altro le file sulle autostrade per il mare oppure per accedere ai ristoranti più di moda. Detto in altri termini, parrebbe che le vecchie classi sociali continuino a resistere, partendo proprio da che cosa si mette in tavola ogni giorno.


Andrea Zaghi

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