Il murales di Nuceria. L’opera tributo di Vito Mercurio alla storia nocerina

Un murales di 130 metri, da cui emergono immagini antiche che ricordando la gloria del passato, che indica ai cittadini il percorso di una nuova civiltà. L’opera è stata voluta dall’amministrazione comunale
Il murales di Nuceria realizzato da Vito Mercurio in via Russo a Nocera Superiore – foto N. Gentile

Abbiamo necessità davvero di fermarci un attimo e sostare davanti alla creatività di un artista che, ora dopo ora (e ci vogliono anche mesi), ci fa assistere al miracolo di una nascita, di un portare alla luce ed alla vita qualcosa che somiglia all’esistenza di un bambino.

Come partire da un’ecografia informale e, con gradualità costante, verificare lo sviluppo armonico di quella che sarà poi una opera d’arte completa.

Sì, ci troviamo di fronte ad un artista ed alla sua opera che ci incanta e, quasi per miraggio, ci proietta in un tempo lontano ma dentro di noi. Alle radici di una civiltà che abbiamo fatto nostra, ad un tratto della nostra esistenza o del nostro subconscio che non abbiamo mai rimosso e che aspetta l’attimo per risorgere. Come la mitica fenice, non dalle proprie ceneri ma da una substantia che cova sotto la cenere.

Il murales

Siamo abituati ai murales, nuova forma d’arte che nelle città ha più visibilità, mentre stenta nelle nostre periferie. Ma trovarsi di fronte a questa vera e propria sequenza è davvero straordinario e a dir poco spettacolare.

Siamo obbligati contemporaneamente a fermarci ed a camminare, ad ammirare il particolare, senza trascurare il nastro panoramico che ci trasporta altrove, pur calcando i nostri piedi un moderno ed asettico marciapiedi.

È un film che con i gessetti e le matite dei primi archi (o degli ultimi?) ci tuffa nella nostra storia locale nocerina. Il murales di Nuceria, E davvero Nuceria era una grande città, a capo di una lega cui sottostavano Pompei, Stabia, Ercolano.

Particolare del Battistero – foto N. Gentile

La potremmo definire l’età dell’oro quando le costruzioni classiche si ergevano sul territorio e ne facevano uno dei più importanti centri della nostra Campania e del Meridione.

Non si sa dove fermarsi, essendo i dipinti del murales di Nuceria tutti luminosi e vivaci: dai colori tenui ed azzurrini dei cieli alla folta vegetazione verdeggiante, dai cespugli lussureggianti ai declivi montuosi e dolcemente degradanti a valle con i suoi abitati urbani e moderni.

Ma sono i flash antichi a farci meravigliare: la necropoli di Pizzone con i suoi resti sepolcrali, il teatro ellenistico di Pareti, l’ultima scoperta della casa del Decumano con la strada romana, senza dimenticare il nostro Battistero paleocristiano o Rotonda, vanto e quasi unicum della nostra architettura sacra.

Il murales di Nuceria non manca di rifermenti contemporanei, come i gessetti colorati dei Madonnari ed i treni che racchiudono la nostra vicenda umana in un viaggio non solo virtuale ma reale, perché il fischio dei convogli ferroviari, a pochi metri, ci desterà dal sogno.

Vito Mercurio

Ma non abbiamo parlato dell’artista. Non si tratta né di Banksy, né di Jorit, ma di Vito Mercurio, un po’ nomade come tutti gli artisti: nato a Battipaglia nel 1985, è cresciuto a Cava, vive a Positano, ma ha il laboratorio a Roccapiemonte.

Vito Mercurio – foto N. Gentile

Nel 1998 vince, giovanissimo, la prima competizione artistica. Nel 2003 si diploma al liceo artistico “Sabatini” di Salerno.

Nel 2004 frequenta l’accademia delle Belle arti di Firenze e nel 2010 si laurea presso l’accademia delle Belle arti di Napoli.

Ha esposto le proprie opere in numerose località italiane mentre all’estero è presente in Olanda, Francia, Polonia, Messico, Dubai, Sudafrica, Australia, Stati uniti d’America, Turchia.

Lavora anche come Madonnaro e ceramista. Un pedigree di tutto rispetto!

Lo incontro tutte le mattine, al suo policromo lavoro, tra pennelli e secchi di pittura (quanto materiale occorre per quell’opera!).

È semplice, trasparente, paziente, nonostante le noiose zanzare che lo pungono nell’ora calda del giorno. Intrattiene con garbo la conversazione, mentre passanti curiosi si soffermano ad ascoltare.

I suoi lavori sono come i trompe l’oeil, che non ingannano l’occhio ma aprono la visione in squarci impensati, con le sue magiche prospettive, le finte architetture ed i profondi scorci.

L’intuizione dell’amministrazione comunale

Grazie all’amministrazione comunale di Nocera Superiore, guidata dal sindaco Giovanni Maria Cuofano, per aver saputo, con lungimiranza culturale, utilizzare, con intelligenza e sagacia, l’ampio corso di via Vincenzo Russo.

La riproduzione dell’antico acquedotto di Sant’Ornato con un murales lungo 130 metri, dai cui 19 archi emergono, per incanto, immagini antiche che ricordando la gloria del passato, indica ai cittadini il percorso di una nuova civiltà.

Siamo tutti i benvenuti, come leggiamo sul grande nastro iniziale che serpeggia fra gli archi, salutando i passanti.

Altro che street art (letto come stritt in napoletano). Ma, come direbbero i versi leopardiani: «…interminati/ spazi di là da quella, / e sovrumani/ silenzi, e profondissima quiete/ io nel pensier mi fingo…/ e il naufragar m’è dolce in questo mare».

Vedere e sostare per credere!

Don Natalino Gentile

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