E se ci riscoprissimo gentili? Se ci permettessimo di regalare un sorriso o un buongiorno alla signora in fila alla cassa con noi, al benzinaio, a chi ci siede accanto in treno o in autobus o a un semplice passante? Se ci permettessimo di non sentirsi sciocchi o deboli quando ci mostriamo disponibili? Se riuscissimo a tenerci al riparo da frenesia, ambizione, stress e indifferenza?
Se provassimo a spezzare e condividere il nostro poco. A camminare a fianco, ascoltare, a cercare lo sguardo degli altri e scoprirci solidali nelle nostre solitudini che chiedono di essere accompagnate?
La gentilezza come cura delle nostre miserie interiori, dei fili spinati che intrappolano la nostra anima e non ci permettono più di vedere i volti del dolore, le lacrime dei bambini nelle guerre che affliggono il mondo e che scorriamo agevolmente con un dito.
Le giornate dedicate ad un tema devono essere uno stimolo, non un banale post accattivante. Serve soffermarsi su questo sentire, perché può mettere in moto un processo sano che può trasformare la feroce realtà attraverso un silenzioso medicare.
Come ci ha ricordato ieri papa Francesco nella domenica in cui il Vangelo ci propone la parabola delle dieci vergini, “una storia che riguarda il senso della vita di ciascuno”.
Dal Vangelo ci viene un consiglio, dice il Papa: non trascurare la vita interiore, questa “non si improvvisa, non è questione di un attimo, di una volta ogni tanto, di una volta per tutte; va preparata dedicando un po’ di tempo ogni giorno, con costanza, come si fa per ogni cosa importante”.
Iniziamo ad “allenarci” e a essere da esempio per i più piccoli. Bastano poche parole come grazie, scusa, mi dispiace, ti aiuto, accompagnate da un sorriso.
Quando la gentilezza diventa un Movimento
Per capire il reale valore e gli effetti della gentilezza nasce anche in Italia un Osservatorio della gentilezza e del comportamento. Un organismo indipendente che sviluppa progetti di ricerca multidisciplinari sul valore sociale, ambientale ed economico della gentilezza, coordinato dal Movimento italiano per la gentilezza (MIG), ente no profit fondato nel 2001 e diretto dalla presidente Natalia Re.
Il via oggi, in occasione della Giornata Mondiale. “Siamo abituati a pensare alla gentilezza come un elemento accessorio, un plus relazionale, in realtà dovremmo rivendicarne il diritto – spiega la presidente Re – nel concetto di gentilezza, infatti, risiedono le basi del vivere comune, il rispetto dell’altro, delle differenze e delle leggi dello Stato, la gentilezza è lo strumento che ci aiuta a vivere e interagire con il prossimo in maniera virtuosa”.
La missione dell’Osservatorio sarà quella di analizzare gli effetti reali sulla società contemporanea. La prima indagine, infatti, si concentrerà sullo studio della gentilezza in relazione all’aumento del PIL, in che modo cioè un ecosistema più gentile può influenzare la generazione di ricchezza di un Paese. A questa si affiancherà uno studio sul mondo delle carceri, in particolare per ciò che riguarda la riabilitazione e il reinserimento dei detenuti. Un ambito di analisi, quest’ultimo, che si colloca sulla scia di alcuni progetti sperimentali portati avanti dal MIG, come ad esempio “La scuola di emozione” sviluppata insieme all’Osservatorio Antigone presso il carcere Pagliarelli di Palermo.
L’Osservatorio collaborerà con organizzazioni pubbliche e private, il comitato scientifico in costruzione sarà diretto dal dottor Salvino Marcello Vitaliti, direttore dell’Unità terapia intensiva neonatale dell’Arnas Civico di Palermo.
Il Movimento italiano per la gentilezza nasce nel 2001, più di vent’anni fa, con lo scopo di diffondere e promuovere l’uso della gentilezza nella società favorendo il multiculturalismo e la coesione sociale, e dal 2023 è diretto dalla presidente Natalia Re, manager e attivista culturale e ambientale. Il programma del MIG verte su quattro linee guida – Sanità, Giustizia, Urbanità Sostenibile ed Uguaglianza Globale – ispirate al Global Goal 11 di Agenda 2030 UN ed è collegato al “World Kindness Movement” di Tokio, movimento riconosciuto dalle Nazioni Unite, di cui la presidente Re fa parte.
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