Il presepe di Greccio ha compiuto 800 anni. San Francesco lo rappresentò la notte di Natale del 1223, a Greccio appunto.
Padre Enzo Fortunato ne parlerà sabato 30 dicembre, a partire dalle ore 18.30, a Sarno. Nella chiesa del convento di Santa Maria della Foce sarà presentato il libro “Una gioia mai provata – San Francesco e l’invenzione del presepe”.
Il volume edito da San Paolo ha la prefazione di mons. Domenico Pompili, vescovo emerito di Rieti e attuale vescovo di Verona.
L’iniziativa rientra nella rassegna letteraria “Pagine Nuove” promossa dal giornale Insieme e dal Museo diocesano San Prisco.
Questo appuntamento, nello spirito della sinodalità, è organizzato in collaborazione con la delegazione dei Cavalieri del Santo Sepolcro della Diocesi di Nocera Inferiore-Sarno e con la comunità francescana e parrocchiale di Santa Maria della Foce.
Una serata natalizia per rivivere quella notte di Greccio e fare un tuffo nella tradizione presepiale, con i canti della corale parrocchiale.
Un momento per incontrare la #bravagente che segue padre Fortunato sui social, in televisione e nelle sue molteplici iniziative editoriali.
Il racconto del presepe di Greccio
San Francesco d’Assisi scelse le grotte della valle Reatina grazie alla collaborazione di Giovanni Velita, suo «fedele amico», e del popolo. In molti accorsero, rispondendo all’invito dell’Assisiate.
Le Fonti Francescane raccontano nei particolari cosa avvenne a Greccio. «Vorrei rappresentare il Bambino nato a Betlemme, e in qualche modo vedere con gli occhi del corpo i disagi in cui si è trovato per la mancanza delle cose necessarie a un neonato, come fu adagiato in una greppia e come giaceva sul fieno tra il bue e l’asinello», il desiderio di Francesco.
Ne La vita prima di Tommaso da Celano si legge che «giunsero molti frati da varie parti e arrivarono anche uomini e donne dai casolari della zona. Arrivato Francesco, trovò la greppia con il fieno, il bue e l’asinello. La gente accorsa manifestò una gioia indicibile, mai assaporata prima, davanti alla scena del Natale. Poi il sacerdote, sulla mangiatoia, celebrò solennemente l’Eucaristia, mostrando il legame tra l’Incarnazione del Figlio di Dio e l’Eucaristia. In quella circostanza, a Greccio, non c’erano statuine: il presepe fu realizzato e vissuto da quanti erano presenti».
Admirabile signum
«È così che nasce la nostra tradizione: tutti attorno alla grotta e ricolmi di gioia, senza più alcuna distanza tra l’evento che si compie e quanti diventano partecipi del mistero. Il primo biografo di san Francesco, Tommaso da Celano, ricorda che quella notte, alla scena semplice e toccante s’aggiunse anche il dono di una visione meravigliosa: uno dei presenti vide giacere nella mangiatoia Gesù Bambino stesso. Da quel presepe del Natale 1223, “ciascuno se ne tornò a casa sua pieno di ineffabile gioia”», scrive papa Francesco nella Lettera Apostolica Admirabile signum sul «significato e il valore del presepe».
Oggi quella grotta è il cuore del Santuario di Greccio.
Il presepe vivente nella cripta del convento
Una emozione che si ripete e rivive da otto secoli in tutto il mondo. Una tradizione che si è sviluppata anche grazie alla bellezza del presepe napoletano.
Al termine della presentazione del libro di padre Enzo Fortunato, reduce da una serie di trasmissioni di successo sul tema del Natale e del presepe, la comunità parrocchiale presenterà il presepe vivente “Il Natale di Greccio”. Le scene saranno allestite nella cripta del convento.
Si preannuncia una bella serata natalizia.
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