Il volto giovane del volontariato

L’esperienza del giovane Giuseppe Rea, di Pagani, volontario nella Papa Charlie e nella PUACS.
Giuseppe insieme ad altri giovani della Pubblica Assistenza Papa Charlie di Pagani

È una storia di generosità e amore per il prossimo quella che vogliamo raccontare per guardare con fiducia a questo nuovo anno inaugurato da poco. Quella delle tante persone che offrono la loro opera e il loro tempo impegnandosi nel volontariato. Per ringraziare simbolicamente ognuno di loro abbiamo pensato di raccontarvi l’esperienza di Giuseppe Rea, oggi 21enne, che oltre a fare volontariato nella Pubblica Assistenza Papa Charlie di Pagani, fa parte anche della Pia Unione Ammalati Cristo Salvezza, a cui è legatissimo.

L’ho incontrato qualche sabato fa nella sua città, in piazza Sant’Alfonso, e gli ho chiesto di raccontarmi il suo amore per il volontariato partendo dall’esperienza fatta con la Papa Chiarlie quando il 26 novembre del 2022 il territorio di Casamicciola Terme veniva colpito da una violenta alluvione, con il distacco di una parte del costone del Monte Epomeo, provocando 12 vittime, 5 feriti, oltre 400 sfollati e danni a decine di abitazioni.

A Casamicciola fu imponente la macchina del volontariato che si mise in moto da varie parti della nostra regione. Anche un pezzo dell’Agro nocerino-sarnese raggiunse l’isola d’Ischia per prestare soccorso alla popolazione. Tra questi, alcuni giovani della Papa Charlie partirono il primo dicembre e trascorsero sull’isola tre giorni.

Alcune immagini della macchina degli aiuti che si è attivata dopo l’alluvione che la colpito Casamicciola il 26 novembre del 2022

«Il giorno in cui arrivammo era prevista una nuova allerta rossa – ricorda –. Così lo trascorremmo insieme alla polizia locale per notificare gli ordini di sfratto alle persone che ancora non volevano lasciare le loro case. Poi abbiamo dato supporto alle forze dell’ordine per le varie attività che il Centro Operativo Comunale richiedeva, soprattutto liberando dal fango attività commerciali e alberghi. È stata un’esperienza forte».

Giuseppe, che è figlio unico, ha perso il papà dieci anni fa e da allora vive da solo con la mamma. Ricorda con lucidità il momento in cui gli fu comunicato che sarebbe potuto partire per soccorrere la popolazione ischitana: «L’istinto mi diceva di andare, volevo dare una mano, ma dovevo valutare anche altri fattori: mia mamma ha solo me, ma io so che mi capisce; pur avendo le sue preoccupazioni, sa che sono responsabile. Noi volontari non siamo dei supereroi, prima di partire dobbiamo valutare se quello che occorre fare è alla nostra portata. Dobbiamo dire un sì consapevole, non euforico».

Il giovane paganese fa parte della Pubblica Assistenza Papa Charlie dal maggio 2021. Grazie a questa realtà di volontariato, nella quale ha svolto anche il servizio civile per un anno, ha avuto modo di costruire nuovi legami e fare molte esperienze: «Volevo dare un aiuto alla città che mi ha cresciuto, volevo ricambiare quanto ho ricevuto. E così sono diventato più sicuro di me stesso, più consapevole dei rischi e dei pericoli, ho imparato a gestire il fattore emergenza, a razionalizzare gli impulsi nella frenesia del momento, muovendomi con discreta calma».

Tutto questo sarà certamente utile a Giuseppe nella realizzazione di quello che è il suo grande sogno nel cassetto: arruolarsi nell’Esercito Italiano, per poi entrare a far parte della Guardia di Finanza o dei Carabinieri. Un obiettivo ambizioso, per il quale sta lavorando sodo da un po’ di tempo.

Lo spirito di servizio di Giuseppe e la sua determinazione mi incuriosiscono: devono avere radici profonde.

«Avevo dei miei obiettivi, ma non mi sentivo realizzato – è stata la sua risposta –. Invece quando facevo volontariato nell’associazione, donando il mio tempo al servizio della popolazione, mi sentivo proprio bene». Così Giuseppe si è fatto aiutare in un percorso che definisce di “discernimento individuale” dall’altra realtà associativa che frequenta con entusiasmo, la PUACS, in particolare dal direttore don Gaetano Ferraioli: «Mi ha fatto capire quello che volevo fare nella vita, cioè essere al servizio degli altri».

Giuseppe, che abita proprio di fronte alla chiesa della Purità e che in quella chiesa praticamente è cresciuto, è stato anche due volte a Lourdes, nel 2021 e nello scorso agosto.

Quando, crescendo, si è un po’ allontanato dalla Chiesa, a Lourdes ha ritrovato le sorgenti della sua fede e del suo impegno: «Lì si respira un’aria diversa da quella della mia città. Si vive in un mondo diverso, non isolato, ma che fa pensare e fa riscoprire dei valori che forse si stanno perdendo».

Oltre al volontariato nella Papa Charlie e nella PUACS, Giuseppe coltiva un’altra grande passione, l’arbitraggio, che ha cambiato il suo modo di pensare: «Essere arbitro mi ha spronato a prendere decisioni, ad avere fame di imparare, mi ha fatto acquisire molta più autostima e sicurezza. All’AIA (l’Associazione Italiana Arbitri, ndr) devo tutto».

Guardando nuovamente all’esperienza di Casamicciola, ho chiesto a Giuseppe cosa gli è rimasto nel cuore a distanza di un anno: «La disperazione nei volti dei commercianti e degli abitanti, che vedevano distrutto tutto ciò che per loro era casa. E io mi chiedevo come poter dare loro una mano», è stata la sua confidenza.

L’esperienza di Giuseppe e dei suoi giovani “colleghi” è quanto meno singolare: non è da tutti lasciare la propria casa per affrontare un contesto di emergenza, di rischio, senza molte certezze, ma soltanto con il desiderio di prestare il proprio aiuto a chi si trova nel bisogno. Potrebbe essere un valido modello per una parte della gioventù di oggi che sembra distratta e disinteressata.

Ma il pensiero di Giuseppe su questo è chiaro: «Non bisogna generalizzare, ci vuole umiltà. Si tratta di capire che, oltre a divertirsi e fare le proprie cose, c’è un momento in cui fare un piccolo gesto per le persone che ne hanno bisogno può far cambiare pensieri e idee; e può anche farti stare bene. Si diventa volontari di prossimità compiendo piccole e semplici azioni. La mia foto ad Ischia ha fatto il giro del web, ma io ero contrario, volevo restare nell’ombra. Non mi piace fare qualcosa per ottenere visibilità».

«Il volontariato è la fatica di uscire per aiutare altri – ha detto una volta papa Francesco –. Il volontariato è sempre in uscita, il cuore aperto, la mano tesa, le gambe pronte per andare. Uscire per incontrare e uscire per dare». Insomma, uscire. Chissà che il sogno di una Chiesa in uscita, così caro al pontefice argentino, non passi anche attraverso l’esperienza e la testimonianza di Giuseppe e di tanti volontari del nostro Agro e del mondo intero.

Papa Charlie

La Pubblica Assistenza Papa Charlie nasce a Pagani nel 1991. Entrata a far parte di ANPAS nel 1994, è stata attivata una delle prime volte in occasione della frana di Sarno nel 1998. È stata conosciuta sul territorio per le sue attività di protezione civile, di prevenzione e di soccorso antincendio e contro il rischio idrogeologico. Attiva anche nel sociale e in progetti di inclusione, attualmente è presieduta da Michele Pepe. Ha sede a Pagani, in via Filettine, 58.

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