“Riuniamo l’Italia a partire dalla scuola”. Così si è espresso il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara dopo la firma, nei giorni scorsi, del decreto attuativo che assegna più di 8 milioni di euro a 14 reti di scuole statali delle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia per l’assunzione di nuovo personale docente fino alla fine dell’anno scolastico.
Il decreto fa seguito ad un altro intervento deciso dal Ministero nello scorso ottobre, con il quale è stata disposta l’assegnazione di 20 insegnanti in più per le scuole di Caivano.
Buone notizie, che vanno a tamponare una situazione purtroppo ben nota e non altrettanto buona, che vede la situazione delle scuole italiane profondamente sbilanciata tra le diverse regioni del Paese e in particolare con un divario importante tra Nord e Sud.
Una situazione che viene sottolineata ogni volta dalle rilevazioni degli apprendimenti, con i diversi test che periodicamente misurano conoscenze e competenze, anche a livello internazionale. Una situazione che perdura da tanti anni e che non riesce a trovare uno sbocco positivo.
C’è da aggiungere che anche sul piano dell’edilizia scolastica esiste un gap difficile da colmare, ma è un altro problema, forse ancora più complesso.
L’Agenda Sud, si ricorderà, è un progetto dedicato alle Regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia ed è stato presentato mesi fa, nel giugno scorso, a Catanzaro, con grande rilievo da parte del Ministero.
Allora il ministro Valditara denunciava come “inaccettabile continuare a leggere report sulla scuola che danno risultati tanto diversi tra il Sud e il resto del Paese”. E di conseguenza annunciava un Piano in grado di moltiplicare le opportunità “per i nostri ragazzi” e “valorizzare al meglio le intelligenze di cui disponiamo, per fare dell’Italia sempre più un punto di riferimento in Europa e nel mondo”. Insomma, “un passo ulteriore per riunificare l’Italia”.
Oggi torna il tema della “unificazione”, che richiama davvero una questione centrale nel mondo scolastico e riguarda lo sviluppo complessivo della società.
C’è un problema di risorse economiche, che in verità sono anche state stanziate tra Pnnr e altro (sul fatto che siano sufficienti ci sarebbe da approfondire), ma c’è soprattutto un tema da affrontare che riguarda la volontà politica di fare della scuola il vero motore del Paese. Dare centralità al mondo scolastico è certo un’esigenza che richiede investimenti in termini di soldi, ma più ancora occorrerebbe una vera alleanza che coinvolga le forze politiche (e anche sindacali), diverse tra loro, su un obiettivo comune.
La scuola italiana è stata troppo spesso terreno di scontro più che di incontro, luogo di sperimentazioni e contro sperimentazioni, quasi che chiunque arrivasse a Viale Trastevere dovesse marcare il territorio con una matita del proprio colore e con la conseguenza di disperdere energie e risorse economiche in tanti rivoli, molti anche buoni, ma senza la visione d’insieme che invece sarebbe necessaria.
Da qualche tempo bisogna riconoscere che l’emergenza è sempre più condivisa. Guardiamo con interesse all’Agenda Sud, agli sforzi del ministro Valditara. Ricordando però che al di là delle esigenze regionali (reali e non differibili) resta il tema della scuola tutta.
Alberto Campoleoni
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