Aria di Carnevale nell’Agro nocerino sarnese. Già programmate le sfilate a Nocera Inferiore e Sarno. Non mancheranno appuntamenti a San Valentino Torio e San Marzano sul Sarno, così come nelle cittadine di Pagani e Nocera Superiore, Striano e Poggiomarino.
Una festa che arriverà abbastanza presto: il Martedì Grasso cade il 13 febbraio. Tra i temi proposti dalle associazioni ricorrono quelli tradizionali, ma anche i richiami all’attualità come le migrazioni, la violenza di genere e l’impegno per l’ambiente.
Una tradizione che a Sarno è radicata nei secoli. La maschera tradizionale di Alesio è tra le tre più antiche della Campania. Da quest’anno anche Nocera Inferiore ha la sua maschera tradizionale, la Principessa Nuceria. I promotori delle sfilate dell’Agro sono in fermento e i carri in allestimento da tempo.
La prima della Principessa Nuceria
L’associazione Carnevale Nocerino è presieduta da Pasquale Gambardella, tra i primi a mobilitarsi per l’allestimento dei carri nella città capofila dell’Agro. Il sodalizio tiene insieme una serie di associazioni nate nei quartieri, che poi realizzano il carro e preparano le quadriglie per i balletti.
Si tratta di: Comitato di quartiere “Sant’Anna di Fiano” presieduto da Santolo Crescenzi; Uniti per Fosso Imperatore presieduto da Antonio Della Porta; Il Laghetto presieduto da Francesco Vicidomini; Gruppo Fantastic guidato da Giuseppe Sole; Il quartiere delle tradizioni presieduto da Lucia Petrosino; New Generation guidato da Luigi Scarpa; Amici di Cicalesi coordinato da Concetta Giordano.
Sono stati presentati anche i temi e i bozzetti dei carri che sfileranno per Nocera Inferiore e non solo: “Liberi dal circo dell’ingiustizia”, “Goodbye Blue Sky”, “Messico: il libro della vita”, “Al di là del mare” e “The greatest show”. I corsi mascherati si terranno il 3, 4, 10, 11 e 13 febbraio.
La Principessa Nuceria, il cui bozzetto è stato realizzato da Viviana Pecoraro e scelto nel corso di un contest che si è tenuto lo scorso novembre, ha in testa una corona turrita ed è adornata di noci, mentre sul vestito riporta i nomi dei quartieri nocerini.
Nel segno di Alesio
I carri allegorici sfileranno anche a Sarno, a partire da domenica 28 gennaio con la prima uscita nei quartieri. La giunta comunale della sindaca Eutilia Viscardi ha approvato le iniziative carnascialesche come prima delibera del 2024. «Un segno di grande attenzione verso la nostra tradizione, che ha nella maschera di Alesio la nostra punta di diamante», ha commentato l’assessore al ramo, Renzo Bacarelli.
Alesio, detto anche Sciìsciì, è ritenuto il cugino di Pulcinella. Ha il volto dipinto di azzurro e giallo. La maschera, infatti, riflette la dualità di chi la guarda, la doppia natura dell’uomo, il bene e il male.
A coordinare l’organizzazione è l’associazione Carnevale Sarnese presieduta da Giovanni Agovino. Il sodalizio mette insieme oltre dieci realtà che operano per la città non solo a Carnevale, ma in vari momenti dell’anno. I carri proposti sono: “Anima Danzante” a cura dell’associazione La Rinascita; “No alla violenza” a cura delle associazioni 12 aprile e I Chiacchieroni; l’associazione I soliti ritardatari porterà in strada il carro di “Alesio”; il Comitato Pirocca metterà in scena “Asterix ed Obelix”; “Facciamoci in quattro per la natura” è il tema del carro della associazione A.Sso.Ci.A; “Pinocchio il bambino burattino” è promosso dall’associazione Fuori orario e dal Comitato Serrazzeta Fontanelle.
“Ò ‘ndreccio” a Roccapiemonte
Il nuovo direttivo ha come obiettivo quello di portare il Carnevale e la maschera di Alesio nelle scuole, affinché le giovani generazioni non perdano il contatto con le proprie radici.
Niente carri, ma balli e poesie tradizionali a Roccapiemonte. Alla frazione di San Potito va in scena dal Seicento “Ò ‘ndreccio dei vituosi”.
All’inizio era una rappresentazione tutta al maschile, poi di recente si sono aggiunte le ragazze per dar man forte nelle coreografie. Nei secoli scorsi, infatti, alle donne non era permesso partecipare a queste sfilate allegoriche. Il gruppo originario era composto da uomini, di cui una metà si travestiva da donna.
La scena è composta di due parti. La prima è il ballo con l’intreccio dei tralci di vite adornati con fiori di carta e nastri, appunto “Ò ‘ndreccio dei vituosi”. Il secondo momento è il canto. Arrivati in piazza, i ballerini si mettono in cerchio e si declama la cantata de “a’ Zeza” con il racconto della storia di Pulcinella e della vedova. Un appuntamento che si ripeterà anche quest’anno nei giorni a ridosso del Martedì Grasso.
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