Il Friuli Venezia Giulia ospita il 44° Convegno Nazionale delle Caritas diocesane. Il momento di condivisione e formazione per operatori e volontari è iniziato lunedì 8 aprile.
Anche la Caritas di Nocera Inferiore-Sarno è presente con una delegazione al convegno che quest’anno si tiene a Grado, una deliziosa cittadina in provincia di Gorizia.
Una «terra di passaggio», come ha ricordato il Commissario del Comune di Grado, Augusto Viola, durante i saluti istituzionali.
Sullo sfondo la laguna e il mare calmo di Grado e il fatto che Gorizia e Nova Gorica, le due città contigue in Italia e Slovenia, sono state scelte entrambe come Capitale europea della cultura 2025.
Infatti, rappresentano un territorio transfrontaliero dove l’incontro e lo scambio sono vissuti realmente e quotidianamente.
Ad un passo dalla Slovenia, quest’anno si parla di “Confini, zone di contatto non di separazione”, affinché siano luoghi di incontro, di annuncio, e non di distanza o confinamento.
Questione che «tocca la nostra carne»
«Passeremo un confine, ormai superato dalla storia e che non c’è mai stato fino al Novecento, che divide le due città Gorizia e Nova Gorica, due realtà che l’anno prossimo saranno insieme capitale europea della cultura. Un evento che per il solo fatto di essere stato pensato come possibile è già per noi una grazia. Comprendete quindi che parlare di confini come zone di contatto e non di separazione per noi che abitiamo e viviamo qui non è una questione di principio o di studio, ma è qualcosa che tocca la nostra carne, il nostro cuore e la nostra mente. È per noi un tema necessario», ha affermato nella sua introduzione monsignor Carlo Roberto Maria Redaelli, arcivescovo di Gorizia e presidente di Caritas italiana.
«Se non ci fossero i confini saremmo tutti più poveri, privi di punti di vista diversi. I confini sono anche positivi, perché garantiscono una diversità e un approccio complesso al mondo», ha aggiunto il presule.
A livello ecclesiale, ha proseguito il presidente di Caritas italiana, «dobbiamo riconoscere che a volte ci sono confini tra uffici e servizi della curia con il rischio di una pastorale frammentata e iniziative non coordinate che piovono sulle parrocchie. Ci sono però tentativi interessanti di lavoro condiviso».
Ma il confine più arduo è «tra operatori e volontari Caritas e gli ultimi, perché siamo in due situazioni diverse, chi aiuta e chi ha bisogno di aiuto. Ma è un confine che va superato».
Il suo suggerimento è capovolgere i ruoli ossia «pensandoci noi come gli affamati, gli assetati, gli stranieri che hanno bisogno di aiuto».
I numeri del convegno
Sono oltre 600 i delegati che rappresentano le 218 Caritas di Italia, tutte presenti all’evento.
Il programma odierno prevede la presenza del cardinale Mario Zenari, nunzio apostolico in Siria.
Il Convegno, che ha fatto tappa a Nova Gorica, in Slovenia, terminerà domani, giovedì 11 aprile.
A chiudere la quattro giorni sarà relazione di don Marco Pagniello, direttore di Caritas Italiana, che darà orientamenti per un cammino comune a tutte le Caritas di Italia.
- Cosa succede subito dopo la morte? Il giudizio particolare
- Ordine francescano secolare: due professioni perpetue a Madonna dei Bagni
- Povertà educativa e povertà ereditata: le emergenze del Dossier 2024
- Un pomeriggio di gioia e creatività in parrocchia
- Politica nostrana e internazionale: dignità e presentabilità