Agostino Orefice è il nuovo presidente di Azione Cattolica della Diocesi di Nocera Inferiore-Sarno. Il commercialista di Poggiomarino, della parrocchia Sant’Antonio di Padova, ha 37 anni ed è un tesserato di AC dal 2006. «Mi iscrissi quasi per gelosia, la mia fidanzata dell’epoca era educatrice ACR e decisi di cominciare per starle vicino», racconta.
L’amore è una costante della sua esperienza in AC: oggi è sposato con Bianca Corrado, medico, anch’essa tesserata nella parrocchia Sant’Alfonso in Sarno, «conosciuta ad un campo giovani». Sono sposati da due anni, hanno un figlio, Mattia. La famiglia ha avuto un ruolo importante nell’accettazione dell’incarico.
Il 28 marzo, alla Messa Crismale, quando il vescovo mons. Giuseppe Giudice ha ufficializzato la nomina, erano presenti tutti e tre: «Ringrazio mia moglie e mio figlio perché senza di loro non sarei nulla. Dicevo che volevo fare il padre a tempo pieno. Ora dico: “Sarò un padre a tempo pieno a servizio dell’associazione”».
Quasi venti anni da iscritto ricoprendo diversi ruoli: presidente parrocchiale, consigliere diocesano, incaricato giovani e segretario regionale.
Il suo nome era nella terna indicata al Pastore diocesano dal neoeletto consiglio. Riceve il testimone da Anna Aprea, presidente per due mandati, preceduta da Carmela Tortora e prima ancora da Giovanna Civale. È il primo presidente diocesano poggiomarinese, prima di lui c’era stato Antonio Giugliano ma quando le Diocesi di Sarno e Nocera de’ Pagani non erano unite.
È da Giugliano che ha attinto molti insegnamenti: «È stato un mentore. Prima di concludere il secondo mandato parrocchiale gli conferimmo la presidenza honoris causa e decidemmo di dedicare l’AC di Poggiomarino a Rosa Velardo. Ringrazio la parrocchia che mi ha sempre stimolato e a non dire no alla chiamata, in particolare padre Aldo D’Andria».
Orefice commenta così la sua indicazione: «Ringrazio il Vescovo per la fiducia. I ruoli in associazione rendono “altro” il modo di servire, non alto. L’Azione Cattolica è un canale per offrire un servizio a Cristo. Il Signore non sceglie persone competenti, ma dà competenze a chi sceglie. Sono contento di vivere questo mandato perché lavorerò con un consiglio molto giovane, con molti alla prima esperienza diocesana. Nei loro occhi ho visto tanto entusiasmo, un particolare che potrebbe aiutare l’associazione».
Il neopresidente parte da qui, con l’obiettivo di «instaurare relazioni umane, mettendo al centro la persona e, poiché nella persona dimora Cristo, tenere sempre Lui al centro».
Relazioni «nel contesto diocesano e con le realtà parrocchiali associative e non», insomma, «tessere alleanze con tutti». Infatti, «riponendo stima e fiducia nell’altro» potremo «creare rapporti e vivere serenamente questo mandato». Un percorso impegnativo: «Se non ci riusciamo, bisogna fermarsi, riflettere e ripartire per centrare l’obiettivo».
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