Lavoro e sicurezza: morti per nulla bianche

Il Primo piano ci fa toccare con mano il tema del lavoro e, in particolare, delle criticità ad esso collegate, specialmente le cosiddette morti bianche.

La Campania è la sesta regione italiana per infortuni sul lavoro, a rilevarlo è Vega – Osservatorio sicurezza e ambiente su dati Inail. A guidare l’impietosa e tragica classifica è l’Abruzzo. Delle regioni italiane dove è più pericoloso lavorare, la stragrande maggioranza è al Centro-Sud. La più virtuosa, ma ciò dipende anche da questioni demografiche, è la Valle d’Aosta. 

Negli ultimi quattro anni (2020-2023) la Campania è stata sul podio per tre volte.

Secondo il report ufficiale Inail sulla Campania, pubblicato nell’aprile dello scorso anno e, quindi, senza i dati 2023, i «casi con esito mortale sono stati 105 (78 casi in meno rispetto al 2020, 44 in meno rispetto al 2021)». Ma anche un solo caso è gravissimo ed indice di lavoro senza dignità e tutela.

In attesa della Relazione annuale 2024, su dati 2023, l’Inail ha analizzato i numeri provvisori rilevati al 31 dicembre scorso. Nel report l’Istituto analizza gli infortuni, anche mortali, avvenuti durante il lavoro o in itinere, ovvero avvenuti nel tragitto per e da lavoro.

Nel 2023 le denunce di infortunio presentate all’Inail sono state 585.356, in calo del 16,1% rispetto alle 697.773 del 2022. Questo decremento è dovuto quasi esclusivamente al minor peso dei casi da Covid-19, passati da circa 111mila nel 2022 a meno di seimila l’anno successivo. Al netto dei contagi, infatti, la riduzione degli infortuni sul lavoro “tradizionali” è molto più contenuta, di poco superiore all’1%.

Sono, invece, in aumento i casi in itinere: +4,7%. Analizzando l’andamento per classe di età dell’infortunato, emergono diminuzioni in tutte le fasce a eccezione di quella degli under 20, che registra un aumento dell’11,7%, da 73.862 a 82.493 casi. 

I decessi denunciati sono ancora più di mille, nonostante i dati provvisori del 2023 mostrino una diminuzione del 4,5% rispetto all’anno precedente, da 1.090 a 1.041. Le aziende di piccole dimensioni, quelle da 1 a 9 lavoratori, sembrano essere le più a rischio.

A diminuire sono solo i decessi avvenuti in itinere, dai 300 del 2022 ai 242 del 2023, mentre quelli in occasione di lavoro sono stati nove in più, da 790 a 799. Il 91,7% dei casi mortali riguarda gli uomini e quasi la metà dei decessi rientra nella fascia tra i 50 e i 64 anni.

Trentasei le vittime in 15 infortuni mortali “plurimi”, in cui hanno perso la vita due o più lavoratori.

Nel 2023 sono calati gli infortuni femminili. Nonostante i dati ancora provvisori del primo dossier Inail, tra gennaio e dicembre 2023 si registra, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, una netta riduzione delle denunce di infortunio in complesso (-16,1%), dovuta alla diminuzione dei casi avvenuti in occasione di lavoro (-19,2%) e alla ripresa di quelli in itinere (+4,7%).

Le donne sono anche a rischio violenze sul lavoro, operatrici sanitarie e assistenziali le più esposte. 

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