Premio Letterario dedicato a mons. Mario Vassalluzzo, le poesie vincitrici

Agli alunni è stata richiesta una riflessione, in un momento come questo segnato dai conflitti, su un’azione concreta per la pace
Un momento della cerimonia di premiazione – foto IC Roccapiemonte ComVass

Il Premio Letterario dedicato a mons. Mario Vassalluzzo, indetto dall’Istituto comprensivo “Mons. Mario Vassalluzzo” di Roccapiemonte, è giunto alla terza edizione 2024. Un concorso con varie sezioni, tra cui quella dedicata alla poesia.

Il tema era tratto da un articolo uscito nel numero di febbraio 1991 del periodico Rocca Apudmontem: “Guerra alla guerra”. In esso monsignor Vassalluzzo non mancava di sottolineare come i Pontefici di ogni tempo avessero rivolto un’unanime e accorato appello agli uomini di buona volontà, chiamati a costruire un mondo libero dalla violenza e dalla sopraffazione.

Nella conclusione don Mario si esprimeva così: «Nella scuola, invece che parlare della guerra, sarebbe, a mio avviso, più utile educare alla pace, cogliendo anche i piccoli concreti gesti quotidiani di bontà, che non mancano tra i ragazzi ed i giovani. E così facendo gioveremo gradualmente alla cultura della pace».

Agli alunni è stata richiesta una riflessione, in un momento come questo segnato dai conflitti, su un’azione concreta per la pace.

Le parole del poeta Gianni Caso

Queste le parole che il poeta Gianni Caso, membro della Giuria, ha voluto dedicare ai partecipanti.

«Da parte dei nostri partecipanti, la pace è stata cantata con parole molto appropriate, citiamo alcune espressioni ricavate dalle poesie: “La pace porta con sé un messaggio di speranza, di un mondo nuovo senza violenza o inganno; la pace non è solo un miraggio, ma una voce che vibra nell’aria; la pace è un concetto profondo, prevede armonia, equilibrio, rispetto e giustizia”. Questo solo per citare alcuni passaggi, per dire come ognuno di noi ami la pace e guardi ad essa con occhi incantati e cuore innamorato. Compito dei nostri poeti è stato quello di cercare le parole giuste per descrivere un sentimento così grande, naturalmente organizzate in versi secondo il proprio sentire. Ma quali sono le parole giuste? Ecco il vero problema, ecco il fiume impetuoso che il poeta deve affrontare nella sua opera. Occorre un particolare stato di grazia, che consente di portare al mulino della poesia idee originali e spunti illuminanti. C’è bisogno d’uno scavo in profondità nel proprio animo, per portare alla luce le cose più preziose, quelle che non solo destano emozioni, ma inducono a momenti di riflessione. Altrimenti sarebbe solo un insulso e vuoto gioco di parole. Un grazie a tutti i concorrenti, ammirevoli per la bella inventiva e per l’eleganza dello stile. Assecondando la loro naturale predisposizione al fascino della poesia, hanno voluto onorarci con la loro partecipazione, consentendo anche a noi di riflettere su una tematica troppo spesso banalizzata o sottovalutata».

Il direttore dell’Archivio diocesano, Giuseppe Palmisciano, consegna un omaggio alla dirigente Anna De Simone. A destra Gaetano Fimiani, presidente di giuria – foto IC Roccapiemonte ComVass

Sezione scuola secondaria di primo grado

Questa la lirica di Carla Giada Izzo della classe 3B del Comvass che ha conseguito il primo premio per la sezione riservata alla scuola secondaria di primo grado.

L’avorio che domina il mare
È dall’inizio dei suoi primi giorni
che l’uomo vive di continua guerra.
C’è grande distruzione nei dintorni,
per conquistare della semplice terra.
Per le strade persone affamate,
tutto intorno campi distrutti,
ovunque città bombardate
familiari che piangono i lutti.
Ma restar a guardare e sperare
pregando che tutto possa finire,
non arresta l’inutile lottare.
Bisognerebbe insegnar la pace
alle generazioni future,
trovarla in gesti e sfaccettature.
Così diceva il Grande Vicario
che l’aveva trovata in tenera età,
sedendo sulle rocce d’avorio
sul Piano che nel mare si specchierà.
 

La motivazione

Poesia che emerge per la compattezza della scrittura e per la sintesi che si riscontra in ogni verso. Il tema è affrontato con piglio deciso e con abbondanza di riferimenti. L’incipit presenta l’uomo, quello di sempre, il primitivo della caverna, che visse e “vive di continua guerra”. Apprezzabile, in chiusura, il riferimento al “Grande Vicario”, il sacerdote, lo scrittore, l’Uomo a cui è dedicato questo Premio.

L’intervento del direttore Salvatore D’Angelo, membro di giuria – foto IC Roccapiemonte ComVass

Sezione scuola secondaria di secondo grado

Questa la lirica di Emilia Masi della classe 2B del Liceo Rescigno di Roccapiemonte che ha conseguito il primo premio per la sezione riservata alla scuola secondaria di secondo grado

Homo sapiens-destruens

Uomo contraddizione fatta carne,
virtuoso solista nel concerto della Vita,
ma fallace attore della stessa.
Pianificatore di pace
ma elargitore di morte.
La guerra, figlia violenta e spuria
uccide la speranza della nostra giovane umanità.
Il giallo dorato dei campi di grano della bella Ucraina
 si tinge del rosso sangue di giovani vite!
Ancora tante guerre dimenticate
oscurano i magici tramonti della Madre Africa.
In nome di ideali sacri e profani
si listano bandiere a lutto,
l’urlo silente di una amara Gaza distrutta,
vittima di una vittima anch’essa
ormai resa carnefice.
Uomo lupo per l’altro uomo
figli dello stesso Dio
generati dalla stessa Madre.
Uomo che distruggi ciò che hai creato.
L’intelletto e la sapienza ti hanno guidato lontano
verso un futuro parallelo e misterioso,
l’inquietudine del tuo essere e l’istinto primordiale
ti ha reso pravo e violento:
-Tu uomo hai distrutto l’uomo! –

La motivazione

Il poeta canta gli atroci conflitti del mondo e la sua voce robusta è piena di tristezza, ma anche di fiducia e di speranza. Il suo canto lacerante sembra volare sulle terre dei misfatti (Gaza, Ucraina, la Madre Africa), per meglio cogliere la drammaticità delle scene di morte e distruzione. Si resta coinvolti e sconvolti da tanta cieca violenza. Giovanni XXIII, il papa “buono”, collocò l’uomo al centro del mondo, ma il poeta si chiede perché l’uomo è venuto al mondo per distruggere l’uomo. Un elogio per alcuni passaggi davvero ammirevoli.

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