Il grazie di don Flaviano

Il percorso vocazionale di don Flaviano Calenda che lo scorso 29 giugno ha ringraziato il Signore per i 50 anni di ordinazione sacerdotale. «Ho ancora un sogno nel cuore – ha raccontato -, un progetto di carità per i poveri di Pagani»
Un momento della Celebrazione Eucaristica presieduta da mons. Tommaso Caputo

Ogni mattina arriva nella sede della Mensa di Tommaso della parrocchia Corpo di Cristo a Pagani alle 10.30. Ma la giornata di don Flaviano Calenda, 76 anni il prossimo 23 novembre, inizia molto prima, la sveglia suona alle 6.15 e dopo la preghiera e la prima colazione dedica due ore allo studio. «Non bisogna mai smettere di leggere, approfondire» dice.

I testi che riprende tra le mani sono di teologia, nella sua casa a San Marzano sul Sarno ha una biblioteca con tantissimi volumi. Nella sua giornata c’è anche spazio per la musica, una passione coltivata fin da ragazzo che lo ha portato a conseguire il diploma di conservatorio.  

L’infanzia e il percorso vocazionale. Classe 1948, nasce in una famiglia semplice di San Marzano sul Sarno, la mamma è contadina, il papà Ferdinando fa il muratore. Ma la signora Lucida Viscardi, nonostante il duro lavoro dei campi e i quattro figli di cui occuparsi – Cecilia, Flaviano, Guido e Giuseppa – frequenta la parrocchia di San Biagio Martire ed è socia di Azione Cattolica.

«Mamma faceva da portabandiera in tutte le processioni» ricorda con affetto il sacerdote che lo scorso 29 giugno ha celebrato 50 anni di ordinazione sacerdotale. In questa famiglia semplice ma dai solidi valori ha respirato la fede, vissuta in parrocchia dove fin da piccolo faceva il chierichetto. 

Entra nel seminario minore a Cava de’ Tirreni.  In quegli anni, infatti, la diocesi di Sarno era unita a quella di Cava, unione che fu sciolta il 25 settembre 1972 quando la diocesi di Sarno fu unita in persona episcopi alla diocesi di Nocera dei Pagani. Processo che si perfezionò il 30 settembre 1986.  Frequenta le scuole medie a Cava, il quarto e quinto ginnasio a Salerno. 

«Ero un ragazzo un po’ chiuso – racconta –, in quegli anni in seminario vi erano regole molto rigide, bisognava chiedere il permesso per vedere un film, cambiarsi per giocare a pallone, dovevo essere autorizzato perfino per telefonare a mio fratello».

Il ringraziamento di don Flaviano

Regole a cui fa fatica ad adattarsi. Per questo motivo il Rettore comincia a dubitare della sua vocazione. E mette per iscritto le sue perplessità in una lettera che invia a mons. Alfredo Vozzi, vescovo di Cava e Sarno dal 1953 al 1972, nella quale gli comunica che il giovane seminarista avrebbe passato un anno di verifica fuori dal seminario.    

Il vescovo Vozzi conosceva bene don Flaviano perché il seminario era proprio accanto al Vescovado. Un anno a casa era un rischio troppo grande – il giovane rischiava di perdersi –, un pericolo che non si sentì di correre. Decide che avrebbe trascorso quel periodo nel seminario minore, con il compito di prefetto, e avrebbe conseguito la maturità classica presso il collegio “San Benedetto” della Badia della SS.ma Trinità di Cava. Dopo il diploma arriva la lettera del Rettore che approvava il suo rientro in seminario. Ma don Flaviano, con l’approvazione del vescovo Vozzi, si iscrive alla Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale, nella sezione San Tommaso d’Aquino.

«Tuttavia – confessa – le parole del Rettore avevano piantato un dubbio nel mio cuore».  E aggiunge: «Per questo motivo, terminato il primo anno di Teologia, con tutti gli esami in regola, senza dirlo a nessuno mi iscrissi anche alla facoltà di Filosofia per essere libero di fare, alla fine del percorso, una scelta libera e autentica». Chiuso in camera, con non pochi sacrifici, prepara gli esami di Teologia e quelli di Filosofia. Tre le pieghe di quegli anni di studio, grazie all’accompagnamento prezioso dei formatori del seminario, ogni dubbio si dissipa. Consegue il Baccalaureato in Teologia nel 1974, dà l’ultimo esame alla vigilia della sua ordinazione sacerdotale, avvenuta il 29 giugno del 1974. «Sono stato ordinato nella mia parrocchia a San Marzano da mons. Jolando Nuzzi – ricorda con emozione –, il Vescovo ci teneva molto, riteneva che vedere un giovane che si consacra a Cristo poteva suscitare altre vocazioni».  

Il ministero pastorale. Dopo l’ordinazione sacerdotale decide di conseguire la Licenza in Teologia Morale presso la sezione San Luigi della Facoltà Teologica Meridionale. Inizia anche ad insegnare religione, 8 ore a settimana. Il primo anno dà 5 esami, poi ha un crollo. «Ho preso un esaurimento nervoso» racconta. Così interrompe gli studi e il Vescovo lo nomina viceparroco a San Valentino Torio.

Successivamente passa 13 anni a San Marzano, nella parrocchia di San Biagio Martire, insieme a don Giovanni Iaquinandi, dal 1984 al 1990. Il ministero pastorale si intreccia di nuovo con lo studio. Nel 1985 riprende gli studi per conseguire la licenza che conclude in due anni. La passione per il sapere lo porta a iscriversi, nel 1987, grazie agli esami convalidati, al terzo anno della facoltà di Pedagogia. Nel 1988 termina anche questo percorso di studio conseguendo la seconda laurea. 

Il 14 ottobre del 1990 gli viene affidata la parrocchia del Ss.mo Corpo di Cristo a Pagani nella quale ha vissuto 34 anni del suo ministero presbiterale. Tanti i gruppi e i movimenti che animano la comunità e che prestano il proprio servizio nell’ambito della carità, nella Caritas parrocchiale o nella Mensa di Tommaso che ha preso vita l’8 marzo del 2013 per «dare un segnale di conforto e solidarietà ai bisognosi di Pagani e dell’Agro nocerino-sarnese». Ogni giorno, nella cucina della mensa, si alternano gruppi di volontari coordinati dalla dinamica Teresa Orovivo, che preparano e distribuiscono 110 pasti. 

Domando a don Flaviano se passare che un tempo così lungo alla guida di una comunità possa avere delle ripercussioni sulla vocazione e nel rapporto con i fedeli. Risponde: «Se il sacerdote è motivato, la gente è contenta e la comunità cammina, perché cambiare?».

Il 29 giugno, nella solennità dei santi apostoli Pietro e Paolo, ha ringraziato il Signore con una solenne Celebrazione Eucaristica presieduta da mons. Tommaso Caputo, arcivescovo di Pompei, con cui ha condiviso gli anni di seminario e concelebrata da molti sacerdoti della Diocesi di Nocera Inferiore-Sarno. Mons. Giuseppe Giudice, ancora in convalescenza per un intervento chirurgico, ha inviato di buon mattino i suoi auguri.  

Sull’immaginetta ricordo che riproduce una Trinità dell’artista Giovanni Berardino, don Flaviano ha scelto di scrivere le stesse parole del giorno dell’ordinazione: «Rendo grazie a Colui che mi ha dato la forza, Cristo Gesù Signore nostro, perché mi ha giudicato degno di fiducia chiamandomi al ministero» (1Tm.1,12).

«Cinquant’anni di sacerdozio sono tanti. Che cosa chiederà al Signore» gli avevo domandato qualche giorno prima della Celebrazione nei locali della Caritas della parrocchia: «Ringrazierò il Signore per avermi chiamato e sostenuto in questi 50 anni. Ho attraversato momenti duri, difficili. Gli chiederò di sostenermi ancora, spiritualmente e fisicamente, per continuare a servirlo e per realizzare il sogno che porto nel cuore: un progetto di carità per i poveri di Pagani.  Poi, come il vecchio Simeone, anche io dirò: Ora lascia, o Signore, che il tuo servo vada in pace secondo la tua parola». 

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