Oltre la Borsa, la vita. Le ricadute di Piazza Affari sulla nostra vita

La Borsa italiana (che in realtà italiana non è più) ha dimensioni non particolarmente ampie, con poche aziende che si quotano e altre che si ricomprano le azioni e si tolgono dal mercato
Foto Calvarese/SIR

Erano i primi anni Ottanta quando gli italiani scoprirono la Borsa, che ovviamente esisteva anche prima, ma che divenne “popolare” grazie ai fondi comuni d’investimento e al frizzante clima di quel decennio. Chi non ricorda gli yuppies?

Si pensavano orizzonti di gloria per questo strumento finanziario che mette sul mercato quote di aziende, che appunto si quotano in Borsa per ricevere finanziamenti per promuovere la crescita (o per monetizzare il successo, ma questo non si dichiara).

Ad oggi, poco si è avverato. La Borsa italiana (che in realtà italiana non è più) ha dimensioni non particolarmente ampie, con poche aziende che si quotano e altre che si ricomprano le azioni e si tolgono dal mercato. Lo Stato rimane il principale azionista. I capitali che girano sono assai modesti: gli imprenditori preferiscono appoggiarsi alle banche d’affari o ad altri strumenti per crescere nei business e nelle dimensioni.

E così qualche giorno fa è addirittura capitato l’impensabile: il primo sciopero dei suoi attuali 600 dipendenti per rivendicare migliori condizioni economiche, ma su cui aleggia lo spettro di tagli al personale.

Rimane un fatto: non siamo diventati un popolo di capitalisti, casomai di proprietari di titoli di Stato; l’economia reale è cresciuta senza appoggiarsi alla Borsa, come invece accade ad esempio negli Stati Uniti, laddove un singolo titolo vale più di tutti quelli quotati a Milano.

Anni fa si guardava all’indice di Borsa anche per fatti collaterali. Da una quindicina di anni si guarda alla differenza tra i Btp italiani e i Bund tedeschi. Certe grandi aziende italiane si quotano nelle Borse di altri Paesi.

Si diceva: o la borsa o la vita, abbiamo scoperto che c’è vita oltre la Borsa, e gli invecchiati yuppies investono le loro pensioni ovunque, meno che lì.

Nicola Salvagnin
Giornalista esperto di Economia e finanza

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