La sorella ritrovata: Matera e Nocera unite dalla Mater Domini

Una gita tra i Sassi e le suggestioni suscitate dalla vista dell’icona custodita nel Santuario di Santa Maria della Palomba
Una veduta dei Sassi di Matera – foto don Natalino Gentile

Ricordo ancora l’emozione che mi prese (stiamo parlando di qualche anno fa) quando facemmo una gita-pellegrinaggio fuori parrocchia con la comunità.

Allora era già in ripresa la rivalutazione dei Sassi di Matera, quel particolare spaccato del nostro territorio che da vergogna d’Italia è passato a patrimonio dell’Unesco.

Così diventammo anche noi turisti per una giornata. Il contatto con l’ambiente fu più che positivo e, come scolaretti senza lezione, sciamammo per le strade ed i vicoli che si scoprivano man mano che si procedeva all’interno.

In giro per i Sassi

Ci sembrava di muoverci in un presepe a misura d’uomo, in una scenografia che poteva sembrarci virtuale ma che era antropologicamente vera!

Con una domanda inquietante: come era possibile vivere in quegli spazi? Vedevamo, ingenui, il passato con gli occhi del presente, dimenticando troppo presto che anche noi, appena qualche decennio fa, vivevamo con la stalla vicino alla camera da letto, si andava al bagno nell’unico puzzolente sgabuzzino del cortile, o alla fontana pubblica per attingere acqua e, dulcis in fundo, si dormiva in un’ammucchiata promiscua nell’unico lettone.

Proseguendo il tragitto ci siamo meravigliati come fossero tante e tutte belle le chiese del territorio. Luoghi di culto ancestrale, le cui pareti, grondanti affreschi non ancora obliterati dal tempo o dall’incuria, erano testimoni silenziosi di una vita fatta di stenti e di lavoro, di sacrifici e di sofferenze.

La scoperta

Ebbi un tuffo al cuore, quando in uno di questi santuari rupestri, alla parete centrale dell’abside, un affresco colpì il mio sguardo ed il mio cuore.

Fu come se avessi incontrato improvvisamente un volto noto e conosciuto, amato e mai dimenticato: una Madonna con Bambino identica o quasi alla nostra Madonna di Materdomini!

L’immagine è custodita nel Santuario di Santa Maria della Palomba affidato anch’esso alla cura dei Frati minori della Provincia Salernitana-Lucana.

Fare una foto è stato il minimo, poi l’esame del dipinto con la nostra icona. Vi sono differenze cromatiche ed anche l’impostazione delle immagini, specie nella Madre, è leggermente differente; ma il Bambino, a parte il viso rivolto alla Mamma e non al fedele, ha la stessa struttura, con la destra benedicente e la sinistra che stringe il rotolo della legge.

L’impatto è straordinario con una sensazione unica e spiritualmente gioiosa: sentirsi seguiti da uno sguardo d’amore e sentirsi amati ovunque ti portino il tuo cuore ed i tuoi piedi. Nell’alto dei cieli o nel profondo del mare, come recita il salmo biblico, nella sabbia del deserto o nell’antro di una caverna. O in un angolo semibuio di una antica chiesa non più officiata.

Grazie, Matera!

Don Natalino Gentile

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