“La piccola sorella”, la nuova rubrica del Vescovo, questo mese si sofferma sul racconto “Una finestrella sull’orlo del mare”.
“Una finestrella sull’orlo del mare”
Riaffiorano alla mente, come canto di speranza, immagini e persone della mia terra.
Una donna, oggi definita invisibile e scartata, si aggirava quotidianamente per le strade del mio paese.
Abitava in alto, verso i monti; viveva di espedienti, accogliendo e raccogliendo tutto ciò che incontrava nel cammino, specialmente vecchi cartoni da trasportare nella sua povera dimora.
Dovunque si fermava, o con chiunque dialogava, ripeteva sempre una strofa di una canzone, forse un’antica nenia.
E me la voglio fittare una camera e una cucina, una finestrella sull’orlo del mare!
Un canto semplice e popolare, ma che esprimeva il suo sogno, la sua libertà, forse la sua speranza.
Si fermava, o la fermavano, a volte anche prendendola in giro e canzonandola; e lei, dopo alcuni minuti, ignara e quasi ironica, ripeteva la sua canzone come una risposta alle inutili chiacchiere degli altri.
E me la voglio fittare una camera e una cucina, una finestrella sull’orlo del mare!
La trovarono morta, in un lago di sangue; non ho saputo mai come e perché.
Ma, quando torno al mio paese, a volte mi sembra di risentire quel canto, canto di libertà e di speranza; e di rivederla, affacciata ad una finestrella sull’orlo del mare, lei che forse il mare lo aveva visto solo in cartolina.
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