Con pochi versi il Sommo Poeta tratteggia la figura di Bonaventura da Bagnoregio e al grande dottore francescano è affidato l’elogio di san Domenico, così come al grande dottore Tommaso è affidato quello di san Francesco nel canto precedente.
Nel 750esimo anniversario della sua morte, avvenuta nel 1274, la figura del dottore serafico deve essere maggiormente ricordata.
Nato probabilmente nel 1217, Bonaventura o Giovanni da Fidanza, come si chiamava al secolo, visse nel XIII secolo, un’epoca in cui la fede cristiana, penetrata profondamente nella cultura e nella società d’Europa, ispirò innumerevoli opere nel campo della letteratura, delle arti visive, della filosofia e della teologia.
Le università del tempo e soprattutto quella di Parigi, che Bonaventura frequentò, erano una “summa’ di ogni sapere. La teologia del Nostro può essere, a buon titolo, chiamata cristologica. La figura di Cristo ebbe sempre un ruolo centrale nella vita e nell’insegnamento di Bonaventura.
“Io son la vita di Bonaventura
da Bagnoregio, che ne’ grandi offici
Sempre posposi la sinistra cura.
Illuminato e Augustin son quinci,
che fuor de’ primi scalzi poverelli
che nel capestro a Dio si fero amici”
(Paradiso, XII, 127-132).
Eletto ministro generale dell’Ordine dei Frati Minori nel 1257, svolse questo incarico per diciassette anni, visitando le province, scrivendo ai fratelli, intervenendo talvolta con severità per allontanare gli abusi.
La sua azione da ministro e la sua presentazione dell’autentico carisma di Francesco scongiurò la divisione dell’Ordine e la deriva eretica che le idee gioachimite potevano indurre in alcune frange estremiste dei frati stessi.
A tale scopo Egli scrive la Legenda Major, che diventò la biografia ufficiale di san Francesco dove l’illustre teologo presenta il Santo di Assisi come Alter Christus, uomo che ha cercato appassionatamente Cristo.
Nell’amore che spinge all’imitazione, Francesco si è conformato completamente il Lui. Bonaventura additava questo ideale vivo a tutti i seguaci del Serafico Padre.
Eletto vescovo e cardinale di Ostia, Bonaventura si dedicò al bene della Chiesa e della sua unità preparando, su mandato del papa Gregorio X, il II concilio di Lione, che doveva ristabilire l’unità della Chiesa cattolica con quella greca. Morì durante la celebrazione del Concilio stesso.
Riporto le belle parole che papa Benedetto XVI usò durante la catechesi del 3 marzo 2010, dedicata proprio a San Bonaventura: «… nel proporvi questo argomento, avverto una certa nostalgia, perché ripenso alle ricerche che, da giovane studioso, ho condotto proprio su questo autore, a me particolarmente caro. Con molta gioia qualche mese fa mi sono recato in pellegrinaggio al suo luogo natio, Bagnoregio, una cittadina italiana, nel Lazio, che custodisce con venerazione la memoria».
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