Uniti nel dono per sostenere i sacerdoti. Firmare è indispensabile, ma si deve fare di più

Lo scorso 15 settembre è stata celebrata la Giornata di sensibilizzazione alle offerte per i sacerdoti. Abbiamo riflettuto con Massimo Monzio Compagnoni, responsabile del Servizio per la promozione del sostegno economico alla Chiesa, sul valore di questo strumento
offerte per i sacerdoti
Foto tratta dal sito Uniti nel dono/CEI

Massimo Monzio Compagnoni è da quattro anni alla guida del Servizio per la promozione del sostegno economico alla Chiesa cattolica.

Ha ben chiari gli obiettivi e soprattutto la situazione attuale. Le cifre sono impietose. C’è un 1,6% da invertire.

«Nel 2023 per mantenere i circa 32.000 sacerdoti a servizio delle Chiese che sono in Italia sono stati necessari quasi 517 milioni di euro. Le offerte deducibili raccolte nell’anno sono state 8.392.000 euro, che hanno coperto quel fabbisogno solamente per l’1,6%».

Meno del 2%! E il resto di quel denaro da dove è arrivato?

«Dai redditi degli Istituti diocesani, dalle remunerazioni proprie dei sacerdoti e dalle parrocchie o altri enti ecclesiastici. Più del 70% di quella cifra, però, è stata coperta dai fondi dell’8xmille, l’altro strumento che, insieme alle offerte deducibili, la legge 222 del 1985 ha messo a disposizione dei contribuenti italiani per sostenere la Chiesa».

Insomma, senza l’8xmille sarebbe un bel problema.
Massimo Monzio Compagnoni

«È proprio così. Ed è anche per questo – ma non solo – che bisogna assolutamente porre un freno al calo delle firme che da un ventennio sta assottigliando la percentuale di quanti scelgono la Chiesa cattolica per la destinazione dell’8xmille. Siamo passati dal 90% dei firmatari del 2004, a meno del 70%, e questo dato rischia di penalizzare innanzitutto le moltissime opere di carità che la Chiesa cattolica porta avanti, e poi la conservazione di quell’immenso patrimonio architettonico e artistico che ha sempre dato un contributo decisivo nel rendere la nostra Italia l’angolo più bello del pianeta».

Qual è, dunque, il suo appello ai fedeli?

«È innanzitutto quello alla firma per l’8xmille e alla sensibilizzazione affinché anche altri firmino, specialmente quelle persone che non hanno più l’obbligo di presentare la dichiarazione dei redditi ma conservano comunque il loro sacrosanto diritto di scelta. L’invito è rivolto a tutte le persone di buona volontà, che certamente si accorgono di quanto bene venga realizzato dalla Chiesa cattolica».

È per questo che continuate a chiedere anche le offerte, oltre alle firme per l’8xmille?

«La promozione delle offerte deducibili – proprio come quella delle firme per l’8xmille – è prevista dalla stessa legge 222 del 1985, che ha preso atto del nuovo Concordato. Il motivo principale per cui continuiamo convintamente a promuovere le offerte sta nel valore simbolico e pastorale che ogni offerta conserva. Occorre essere uniti nel dono. Mettere mano al portafoglio per contribuire al sostentamento della Chiesa vuol dire anche riconoscere tutto il bene che i sacerdoti fanno per noi. Per questo abbiamo scelto come nuovo nome del sito per la promozione delle offerte Unitineldono.it. Sovvenire alle necessità della Chiesa rimane un dovere di chi si professa cristiano e donare è semplice e sicuro, e si può fare anche direttamente dal sito, con pochi clic. La firma per l’8xmille è indispensabile ma tutti possiamo, e dobbiamo, fare un passo di più. È il gesto che conta, non l’importo».

Insomma, si faccia di più per essere Uniti nel dono.

Stefano Proietti

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