Figli in cielo, il 23 novembre prossimo si terrà, nell’abbazia di Santa Maria Maddalena in Armillis a Sant’Egidio del Monte Albino, un momento diocesano di raccoglimento e di preghiera.
Il pomeriggio, presieduto da monsignor Giuseppe Giudice, vescovo della diocesi di Nocera Inferiore-Sarno, si aprirà alle 17 con un momento di catechesi e sarà seguito dalla celebrazione della Santa Messa alle 18.30.
Questa giornata nasce dal desiderio di ricordare e onorare i tanti giovani che ci hanno lasciato prematuramente. Il pastore lo ricorda nel video pubblicato questa mattina sui canali social della Diocesi.
«Ho sempre avuto un’attenzione per i Figli in cielo, per i tanti giovani morti per tanti motivi e che si affacciano dal cielo», ha dichiarato monsignor Giudice, sottolineando l’importanza di un’iniziativa dedicata a un mondo di dolore che spesso resta sommerso.
Sono molte, infatti, le famiglie che ogni giorno convivono con la sofferenza della perdita di un figlio, una sofferenza che non ha parole e che diventa un segno indelebile nelle loro vite.
Un tema sul quale monsignor Giudice è ritornato spesso. A inizio anno ha scritto una lettera ai genitori che hanno perso un figlio.
La Chiesa di Nocera Inferiore-Sarno ha deciso di accompagnare queste famiglie con un momento di preghiera e riflessione, per far sentire loro la vicinanza della comunità e ricordare che i loro figli continuano a vivere nei cuori di chi li ama.
Un incontro che si ripete da più di dieci anni e che quest’anno il Vescovo ha voluto presentare con un videomessaggio.
«So che è un tema che sta a cuore a tante persone. Anche il Santo Padre nelle intenzioni di preghiera di novembre ha pensato per i nostri figli in cielo», ha aggiunto il pastore.
La preghiera del Papa
Questo gesto di inclusione nelle intenzioni del Santo Padre sottolinea il carattere universale del dolore e della speranza, e ricorda a tutti che, anche nel dolore più profondo, non si è mai soli.
La Giornata diocesana per i Figli in cielo assume un significato ancora più profondo alla vigilia dell’Anno Santo della Speranza, un tempo dedicato alla fiducia in un futuro di pace e resurrezione.
Come spiega monsignor Giudice, «questo momento vuole essere una carezza e una speranza per i tanti che hanno perso nella morte, ma li custodiscono sempre nel cuore, i propri figli e con loro e per loro è bello pregare nell’attesa della risurrezione finale».
L’invito rivolto ai familiari e a chiunque si senta vicino a questa realtà dolorosa è un segno di accoglienza e condivisione, un’occasione per ritrovarsi uniti nella preghiera e trovare conforto in una fede che guarda oltre la morte, alla vita eterna.
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