Ordine francescano secolare in festa nella parrocchia di Madonna dei Bagni in Scafati.
Il 17 novembre, la giornata dedicata a santa Elisabetta d’Ungheria, patrona del Terz’Ordine Francescano, è stata vissuta con grande intensità spirituale presso il Santuario della Madonna dei Bagni a Scafati.
L’intera comunità francescana si è riunita per celebrare un momento di profonda fraternità: diverse ammissioni e due professioni perpetue, tra cui la mia, hanno scandito la giornata, rendendola indimenticabile.
La preparazione
L’atmosfera era carica di emozione e raccoglimento. Dopo mesi di preparazione e discernimento, le parole del rito di professione, semplici e solenni, sancivano il “sì” definitivo e risuonavano come una promessa davanti a Dio e alla comunità.
Un impegno a vivere con umiltà, fraternità e amore verso il prossimo.
Durante la cerimonia, il momento in cui il Ministro ci ha imposto lo scapolare e il cordone ha sancito l’accoglienza formale nella fraternità del Terz’Ordine Francescano e il nostro impegno a vivere secondo il Vangelo nello spirito di san Francesco.
Il compimento di una storia familiare
Per me, questo passo rappresenta non solo una scelta personale, ma anche il compimento di un percorso radicato nella mia storia familiare.
Mia madre, che ha dedicato tutta la sua vita al Terz’Ordine Francescano, è stata la mia prima guida e ispirazione. Attraverso il suo esempio, ho compreso il valore di una vita vissuta con fede e servizio.
La sua dedizione mi ha accompagnata in ogni fase di questo cammino; ieri ho sentito profondamente la sua presenza, quasi come se mi sostenesse in ogni parola pronunciata durante la cerimonia.
Essere strumenti di pace
La celebrazione è stata arricchita dalle numerose ammissioni e dalla partecipazione attenta e amorevole dei fratelli e delle sorelle dell’Ordine, che hanno rinnovato insieme a noi le loro promesse, rinsaldando il senso di appartenenza a questa grande famiglia.
L’omelia di don Mimmo ha toccato il cuore di noi tutti, ricordando l’importanza di essere strumenti di pace e testimoni di speranza in un mondo che ha tanto bisogno di amore e di luce.
Al termine della cerimonia, il ritrovarsi nel salone parrocchiale del Santuario per un momento di convivialità è stata un’occasione per rafforzare i legami fraterni; i sorrisi e gli abbracci scaldano sempre i cuori.
La giornata di ieri rimarrà impressa nel mio cuore come un momento di profonda grazia. La professione perpetua non è solo una tappa, ma l’inizio di una vita rinnovata, che desidero vivere con la stessa dedizione e fede che mia madre mi ha insegnato.
A lei, che mi ha trasmesso il valore di una fede autentica e operosa, dedico questo mio impegno con l’augurio, in un cammino continuo di conversione, di poter trasferire agli altri lo spirito francescano che lei mi ha trasmesso.
Antonella De Marco
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