La professione solenne di suor Agnese

La badessa suor Miriam Sagnotta si prepara ad accogliere una nuova componente della comunità monastica nocerina.

Giornata di grazia per la comunità delle clarisse del monastero di Santa Chiara di Nocera Inferiore.

Domani, sabato 7 dicembre, suor Agnese Federica Piscopo pronuncerà il suo sì definitivo al Signore.

Nell’ultima tappa del cammino di formazione iniziale alla vita religiosa suor Agnese sarà accompagnata dalle Sorelle Povere di Santa Chiara questa sera alle ore 20.30 dalla veglia di preghiera.

Un abbraccio delle clarisse in vista della Celebrazione Eucaristica di domani pomeriggio presieduta dal Vescovo Giuseppe prevista per le ore 17.00 presso il Monastero di Santa Chiara di via Libroia a Nocera Inferiore che segnerà per suor Agnese l’emissione in perpetuo dei voti religiosi.

Una comunità che cresce quelle delle clarisse sotto lo sguardo amorevole e attento della badessa suor Miriam Sagnotta che si prepara ad accogliere una nuova componente della comunità monastica della nostra Diocesi.

L’itinerario di vita di Chiara d’Assisi

«La sua spiritualità incentrata sulla persona di Gesù e il santo Vangelo; la radicalità di sequela senza compromessi, eppure coniugata con un’umanità e femminilità capaci delle espressioni più delicate di amore fraterno e di sapiente discretio; la sua fede cristallina, radicata nella tradizione della Chiesa e nello stesso tempo aperta alla novità dello Spirito…».

«Sono questi solo alcuni tratti dell’affascinante personalità di Chiara, che ci attraggono e ci provocano, trovandoci spesso impreparati a mettere insieme gli opposti, ciò che sembra inconciliabile, perché siamo abituati a ragionare per esclusivismi».

Così si legge in una sezione del sito internet del Proto Monastero di Assisi.

«Come se radicalità evangelica e penitenza non si accordassero con umanità e gioia di vivere, se obbedienza alla Chiesa fosse sinonimo di mancanza di libertà e ostacolo all’espressione del carisma, se appartenenza totale a Cristo nella verginità e nella clausura significasse mortificazione della dignità femminile o chiusura nei confronti del mondo».

«Facciamo fatica a mettere insieme ciò che sembra inconciliabile perché non crediamo ancora fino in fondo al mistero dell’Incarnazione: «Il Verbo si fece carne» (Gv 1,14). Lógos e sàrx, Verbo e carne, Dio e uomo…».

«La nostra non è la fede dell’aut aut, ma dell’et et, della sintesi operata dall’amore, che è il principio fondamentale del Cristianesimo: «Dio è amore», afferma san Giovanni (1Gv 4,16). Se si rimane fuori della logica dell’amore – un amore senza misura, quello che ha la sua massima rivelazione nella morte in croce di Gesù –, è difficile comprendere qualcosa della fede cristiana, in cui l’unità tra verità e amore fa saltare ogni altra categoria umana. Ed è difficile comprendere nella loro vera grandezza tutte quelle persone che hanno creduto in questa logica e per essa hanno giocato la loro vita (m. Chiara Agnese Acquadro)».

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