La Lettera di Natale 2024, scritta da monsignor Giuseppe Giudice, si inserisce nel solco di una tradizione che, annualmente, invita a contemplare il mistero dell’incarnazione di Dio, in una notte stellata che accende la speranza del mondo. Quest’anno, il vescovo Giuseppe guida grandi e piccini attraverso una riflessione suggestiva: sette piccole stelle, che prendono il nome delle sette note musicali, preparano, nella notte santa, il concerto più bello della storia per fare festa a Gesù Bambino che nasce.
La Lettera si apre con una potente immagine: in una notte stellata, limpida e gelida, miriadi di stelle fanno capolino nel cielo, illuminando il mondo e gli anfratti del nostro cuore. La riflessione proposta passa attraverso sette domande, simili alle sette note musicali, che ciascuna stella – e ciascun cristiano – è chiamata a porsi:
- Vogliamo costruire una città stellata, luogo armonioso?
- Vogliamo evitare le guerre stellari e spargere sul mondo polvere di stelle?
- Vogliamo tracciare una scia luminosa con la nostra vita?
- Vogliamo contare le stelle o fermarci solo a calpestare la terra?
- Vogliamo riaccendere la speranza?
- Vogliamo uscire dalle nostre paure e rivedere le stelle?
- Vogliamo, guidati da un’altra stella, andare a Betlemme a contemplare il Sole?
Rispondendo “Sì” a queste domande, le stelle scoprono che nel nome ricevuto è nascosto il segreto della loro missione natalizia. Il Vescovo ci ricorda che la musica del mondo, come una sinfonia di Natale, nasce dall’intreccio delle note, ognuna unica e indispensabile.
Ogni stella ha il suo desiderio, un sogno che può essere realizzato attraverso il dono di sé, come sottolinea la prima nota, Do: “Natale è il dono di sé”, un richiamo al valore del dono che trasforma la vita. La seconda nota, Re, riflette sul significato di regnare servendo, proprio come il Re dei Re che nasce nella stalla di Betlemme, mentre Mi ci invita a scoprire l’unicità di ogni persona, come l’Unigenito Figlio di Dio.
La quarta nota, Fa, ci ricorda l’importanza di “fare insieme”, di costruire l’armonia e la bellezza di una città stellata dove il centro è sempre il piccolo Re, mentre Sol ci esorta a superare la solitudine, a uscire dal nostro egoismo per illuminare il mondo insieme. La sesta nota, La, ci riporta a casa, a Betlemme, dove nasce il Natale, mentre la settima nota, Si, esprime il sì di Maria e di ciascuno di noi, un sì che permette la costruzione della città stellata, la Civiltà della speranza.
La Lettera, infatti, si conclude con una riflessione sul Giubileo 2025: «Non ci potrà mai essere una città stellata se non si costruisce la Civiltà della speranza, ancorata al Cielo, che, a Natale, è sceso in terra e vi ha messo radici».
Arricchita dalle illustrazioni grafiche realizzate da Salvatore Alfano, liberamente tratte da famose opere d’arte o da loro particolari, la Lettera è arrivata in tutte le parrocchie e nelle scuole cattoliche del territorio.
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