La Chiesa di Nocera Inferiore-Sarno continua ad essere fecondata da testimonianze di santità. Padre Giuseppe Maria Leone è venerabile. Il religioso redentorista pugliese del XIX secolo ha vissuto, infatti, per oltre un ventennio ad Angri, prima del 1860 e poi dal 1880 fino alla morte, avvenuta il 9 agosto del 1902.
Questa mattina Papa Francesco, nel corso dell’udienza concessa al cardinale Marcello Semeraro, Prefetto del Dicastero per le Cause dei Santi, ha autorizzato il medesimo Dicastero a promulgare, tra gli altri, il decreto riguardante le virtù eroiche del Servo di Dio, il cui processo di beatificazione si era aperto nel lontano 1923 presso l’allora diocesi di Nocera de Pagani per concludersi sei anni più tardi.
Nel 2006 un’inchiesta suppletiva era stata celebrata presso l’arcidiocesi di Trani-Barletta-Bisceglie, conclusasi il 4 novembre 2007.
Con l’atto odierno, il Santo Padre di fatto approva i lavori di indagine e di ricerca svoltisi nelle diocesi e l’istruttoria portata avanti dal Dicastero per le Cause dei Santi. D’ora innanzi padre Giuseppe Maria Leone potrà essere appellato con il titolo di venerabile. Per la beatificazione occorrerà accertare un miracolo ottenuto grazie alla sua intercessione.
Fanno festa la famiglia redentorista e l’arcidiocesi di Trani-Barletta-Bisceglie, da cui padre Leone proveniva.
La vita di padre Giuseppe Maria Leone
Nato il 23 maggio 1829 a Casaltrinità (oggi Trinitapoli, nella provincia di Barletta-Andria-Trani) da una famiglia numerosa e molto religiosa, perse ben presto la madre.
Condusse gli studi presso il seminario di Trani fino al 1850, anno in cui, nonostante la contrarietà del padre, iniziò il noviziato nella Congregazione del Santissimo Redentore presso la Casa Madre di Ciorani, frazione di Mercato San Severino (Salerno). Nel marzo 1851 emise la professione religiosa e il 31 dicembre dello stesso anno venne ordinato nella cattedrale di Amalfi.
Trascorse alcuni anni a Vallo della Lucania, poi venne mandato ad Angri, presso la casa redentorista situata in via Concilio, centralissima strada della città che ancora oggi collega la Collegiata di San Giovanni Battista e la chiesa di S. Maria di Costantinopoli.
Ad Angri restò fino al 1860, quando gli ordini religiosi vennero soppressi e dovette far ritorno nella sua città natale, dove non mancò di prestare soccorso alla popolazione durante l’epidemia di colera del 1867 (nella quale morì anche suo padre).
Nel 1880, quando fu possibile riprendere la vita religiosa, venne nuovamente inviato ad Angri, dove svolse anche, per due trienni, l’incarico di rettore della casa.
Non va dimenticato che in quegli stessi anni era attivo in Angri un altro sacerdote di cui la chiesa ha riconosciuto la santità, Alfonso Maria Fusco, fondatore (nel 1878) della Congregazione delle Suore di San Giovanni Battista.
Confessore, guida spirituale, predicatore, scrittore
Intensa fu l’opera pastorale di padre Leone: si dedicò alla confessione, all’accompagnamento spirituale, alla predicazione degli esercizi spirituali, ma anche alla pubblicazione di alcune opere di carattere ascetico e spirituale destinate ad un’ampia fruibilità tra le classi più basse della società.
Tra le persone che ebbero il venerabile padre Leone quale guida spirituale vi furono il beato Bartolo Longo, la contessa Marianna Farnararo De Fusco e la beata Maria Maddalena Starace, fondatrice delle Suore Compassioniste Serve di Maria.
Nei primi mesi del 1902 la già cagionevole salute del religioso redentorista conobbe un peggioramento, che lo condusse in breve tempo alla morte. I funerali, celebrati il 10 agosto, videro un’enorme partecipazione popolare, alla presenza di tutto il clero locale e delle più alte autorità civili.
L’elogio di Bartolo Longo
Bartolo Longo, nell’elogio funebre scritto per Il Rosario e la Nuova Pompei, ricordò che a padre Leone «si guardava come a un santo», definendolo «sacerdote intemerato, apostolo instancabile, il missionario che ha beneficiato nello spirito quanti ha conosciuti nella sua umile vita, uomo retto e prudente che era richiesto di consiglio non solo dai laici e da preti, ma anche da prelati e da vescovi».
Il corpo di padre Leone ha riposato per lungo tempo nel cimitero comunale di Angri, prima di essere trasferito, nel 1920, a Pagani, quindi a Pompei nel 1971 e definitivamente a Trinitapoli nel 1983.
Nel gennaio 2016 la comunità parrocchiale di S. Giovanni Battista in Angri ha promosso una mostra fotografica ed alcune celebrazioni, con la presenza del vescovo mons. Giuseppe Giudice, per ricordare l’opera pastorale di padre Giuseppe Maria Leone.
Diversi decenni fa il Comune di Angri ha intitolato al religioso redentorista anche una strada, nelle adiacenze della casa redentorista (oggi non più esistente) presso la quale padre Leone visse e morì.
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