Il Giubileo della Speranza ha preso inizio anche a livello diocesano, come stabilito da papa Francesco nella bolla Spes non confundit.
Nella Cattedrale di San Prisco a Nocera Inferiore, monsignor Giuseppe Giudice ha celebrato la Messa di inizio alla presenza del clero, dei religiosi e delle religiose, delle aggregazioni laicali, delle autorità civili e militari, e della comunità diocesana.
C’è stata prima la Statio nella parrocchia di San Prisco, seguita dalla processione con la Croce del Giubileo, poi la Messa in Cattedrale.
Un pellegrinaggio verso la Speranza
Rivolgendosi ai fedeli, il vescovo ha invitato tutti a intraprendere un cammino di speranza, richiamando l’immagine della Santa Famiglia di Nazareth come esempio luminoso di vita semplice, sofferta e piena di fede.
«Gesù, Giuseppe e Maria sono un segno eterno di speranza. Ci insegnano a camminare, anche nelle difficoltà, senza smarrire la meta», ha affermato monsignor Giudice.
Nell’omelia, il presule ha sottolineato il valore del Giubileo come occasione per fermarsi e riflettere, recuperare le proprie radici e riconciliarsi con Dio e con gli altri.
«L’Anno Giubilare ci invita a tornare sui nostri passi, anche quelli difficili e sbagliati, per ritrovare il Signore dove non si è mai smarrito: nel cuore della fede e della speranza», ha spiegato.
La famiglia: scuola di vita e fede
Monsignor Giudice ha fatto riferimento alle parole di san Paolo VI sulla casa di Nazareth, definita «la scuola dove si impara il Vangelo». Ha esortato le famiglie a seguire il modello della Santa Famiglia, ritrovando nella quotidianità la vera scienza della vita e una «superiore sapienza delle verità divine».
«Torniamo a Nazareth per imparare a vivere con semplicità, ristabilire rapporti autentici e permettere a ciascuno di sentirsi a casa», ha aggiunto.
Ha invitato a una pastorale familiare che risponda alle esigenze attuali e sappia parlare alle nuove generazioni assetate di speranza.
Una Chiesa pellegrina e riconciliata
L’omelia ha evidenziato come il Giubileo della Speranza sia un invito a ritrovare la vera pace attraverso la riconciliazione e la fede.
«La Croce è la Porta stretta che il Figlio di Dio ha attraversato per noi. Essa è il luogo della speranza e della guarigione per tutte le ferite della nostra incredulità», ha ricordato il vescovo.
Tra i momenti simbolici dell’Anno Giubilare, monsignor Giudice ha menzionato i pellegrinaggi verso i luoghi di sofferenza, dove «Cristo, nostra Indulgenza, ci attende per guarire le ferite», e i viaggi verso santuari e Chiese giubilari, come segno di comunione universale.
Un invito alla speranza
«E se fosse questo il nostro pellegrinaggio dell’Anno Santo?» ha concluso monsignor Giudice.
«Ritrovare Gesù e tornare nelle nostre Nazareth quotidiane per imparare a vivere nuovamente in famiglia, nel cuore delle bellezze e contraddizioni della vita, dove mai smette di gorgogliare la speranza».
Con queste parole, il vescovo ha aperto ufficialmente un anno di grazia per la diocesi, invitando i fedeli a custodire il dono dello Spirito Santo e a diventare testimoni di pace e riconciliazione.
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