Buoni propositi, buoni modelli

Nel nuovo anno, sarà importante incoraggiare gli adolescenti a confrontarsi con la realtà, a dialogare con il proprio io interiore e a prendere decisioni consapevoli, assumendosi la responsabilità delle proprie scelte

Mentre i nostri adolescenti si preparano a varcare, magari danzando e brindando, la soglia del nuovo anno, si profila all’orizzonte uno scenario piuttosto interessante. I sociologi, infatti, avvisano che il 2025 segnerà l’alba di un’umanità nuova di zecca: la generazione Beta.

Le previsioni dicono che i neonati Beta cresceranno in continuo interscambio con i prodigi dell’intelligenza artificiale e del progresso tecnologico, formandosi in una società fortemente caratterizzata dalla personalizzazione. Essi assisteranno, insieme ai GenZ, al tramonto della GG o Greatest Generation, ovvero di coloro che nacquero tra  1901 e il 1927, che vissero la Grande Depressione del ’29 e parteciparono alla Seconda Guerra Mondiale.

Sulla “carta” sembra prendere forma un mondo “potenziato” e più evoluto, in grado di offrire incredibili opportunità; condizionato da nuovi scenari finanziari e da una maggiore consapevolezza dei meccanismi di interdipendenza che legano ambiente ed esseri viventi.

Di fatto, però, le attuali statistiche ci mostrano una società angosciata dal futuro, scettica e sfiduciata, minacciata dal degrado ambientale, demograficamente in calo, provata dalla crisi economica e da una forte tendenza alla frammentazione e al disorientamento.

In questo contesto anche le giovani generazioni affrontano la quotidianità con un senso di sconforto e vivono la propria esistenza con disagio.

Cosa riserverà loro il 2025? E soprattutto come dovranno attrezzarsi per poter orientare il proprio futuro nel migliore dei modi? Quale sarà il loro ruolo in questo momento di transizione? E noi adulti come potremo sostenerli in questo processo evolutivo?

Per chi si occupa di educazione il nuovo anno è un’occasione da non perdere. Ma quali sono i nodi più urgenti da sciogliere? Intanto, occorre sollecitare i  giovani a vivere attivamente questo cambiamento epocale, rendendoli in grado di raccogliere e valorizzare l’eredità del secolo che è ormai chiuso alle nostre spalle. I GenZ potranno essere un ponte rivolto all’umanità Beta: il futuro non può fare a meno della memoria e dei valori del passato.

A pressarci è anche la necessità, ormai non più procrastinabile, di crescere costruttori di pace. Il mondo intero è agitato da venti di guerra, ma anche la nostra quotidianità è costantemente funestata da gravi esplosioni di violenza e aggressività.

Occorre creare una cultura di pace, insegnando in primo luogo l’empatia ed educando i giovani a riconoscere le proprie e altrui emozioni. Chi è empatico sa costruire legami di fiducia ed è in grado di dialogare in maniera proficua con il proprio interlocutore.

Non esiste empatia, però, senza ascolto attivo. Gli adolescenti vivono un periodo di transizione in cui emergono domande, dubbi e contraddizioni. Saperli ascoltare significa offrire loro uno spazio in cui si sentano accolti e compresi, senza giudizi. Nello stesso tempo l’ascolto attivo diviene anche un fondamentale insegnamento per intrecciare relazioni autentiche con i pari e con gli adulti.

Ci si dispone ad ascoltare soltanto quando ci si sente parte di una comunità nei confronti della quale si instaurano rapporti di solidarietà. Nel nuovo anno, creare contesti che valorizzino il confronto, lo scambio e la collaborazione può fare la differenza.

Ma è possibile sviluppare un senso di appartenenza, senza percepire con chiarezza i tratti della propria identità e senza maturare una propria coscienza responsabile? Sono sfide molto complesse, perché il cammino è un labirinto disseminato di idoli e specchi deformanti che sussurrano nelle orecchie dei nostri giovani facili seduzioni e false verità.

Nel nuovo anno, sarà importante incoraggiare gli adolescenti a confrontarsi con la realtà, a dialogare con il proprio io interiore e a prendere decisioni consapevoli, assumendosi la responsabilità delle proprie scelte.

Gli adolescenti hanno bisogno di modelli che trasmettano fiducia nelle loro capacità e nella possibilità di costruire un mondo migliore.


Silvia Rossetti

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