Il “salva casa”

Le norme strizzano l’occhio ai proprietari immobiliari, ma anche all’ambiente: si privilegia il già costruito piuttosto che la nuova edificabilità
Foto di Oleksandr Pidvalnyi da Pixabay

Nel corso del 2024 è stata approvata una legge – denominata dai media “salva casa” – che mette un po’ d’ordine nel settore immobiliare e permette ai proprietari alcune modifiche interessanti. Qui si vuole illustrare soprattutto queste ultime, considerato più complesso e particolareggiato il capitolo burocratico (autorizzazioni, sanatorie, passaggi di proprietà…).

Il capitolo che ha fatto più scalpore è stato quello che ha modificato gli spazi minimi per definire un immobile come monolocale o bilocale abitabile: il primo può avere una superficie minima di 20 metri quadrati (prima 28); il secondo di 28 metri quadrati (prima 38). Sono riduzioni assai importanti – il monolocale può essere sostanzialmente una grande camera attrezzata, con un bagno – e che comunque devono tenere conto della necessità di requisiti di illuminazione e di areazione compatibili con la permanenza di persone.

Insomma niente garage trasformati in appartamenti, ma sicuramente la possibilità di suddividere immobili di una certa metratura per ottenere spazi autonomi. Si pensi all’esigenza di metri quadrati tipica di certe città universitarie, o della possibilità di ricavare un monolocale per ospiti o per personale di servizio e/o assistenza. D’altronde a Parigi le chambre de bonne nelle mansarde possono esistere se hanno una superficie minima di 9 mq e l’altezza dei solai di 2,2 metri.

Appunto sull’altezza di questi ultimi verte l’altra grande novità. L’altezza minima di un appartamento che voglia definirsi tale, scende da 2,70 metri a 2,40. Sembra poco, invece ciò rende abitabili moltissime soffitte e mansarde, recuperabili come ulteriori spazi domestici o come unità immobiliari indipendenti. Oltretutto, si rende più facile la realizzazione di soppalchi interni. Tutte norme che strizzano l’occhio ai proprietari immobiliari, ma anche all’ambiente: si privilegia il già costruito piuttosto che la nuova edificabilità.

Sempre in tema di strizzate d’occhio, aumentano le soglie di costruito che non necessitano di sanatoria edilizia, se difformi dal titolo edilizio che ha consentito la costruzione. Insomma non siamo più di fronte ad un abuso se la superficie totale è maggiore fino al 6% in caso di immobili fino a 60 mq; del 5% fino a 100 mq; del 4% fino a 300 mq; al 3% fino a 500 mq. Per superfici maggiori, si rimane fermi al 2% di sempre.

Sburocratizzati infine alcuni interventi che non richiedono più alcun permesso: l’installazione di pannelli solari o fotovoltaici; di impianti elettrici e del gas; la creazione di intonaci interni ed esterni; la posa di pavimentazione interna ed esterna; di ascensori e servoscale interni; di serramenti e infissi interni ed esterni; di impianti di climatizzazione e di vetrate panoramiche, di controsoffitti e altro ancora. È pur vero che già oggi molti di questi lavori si facevano. E basta.


Nicola Salvagnin

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