Vent’anni Insieme: raccontare la vita

Vent’anni Insieme. Un traguardo importante che celebreremo durante tutto il 2025 con le testimonianze di alcuni dei protagonisti che ne hanno segnato la storia.
Evoluzione grafica della testata Insieme dal 2005 ad oggi

Non è facile riannodare il nastro della vita, ripercorrere con la memoria del cuore gli eventi più importanti e decisivi. Insieme è un passaggio importante della mia vita e del mio ministero sacerdotale, un’esperienza che mi ha segnato profondamente, ho investito tante energie ma, posso dirlo con sincera gratitudine, ho ricevuto molto di più.

Vent’anni fa, quando abbiamo iniziato le pubblicazioni, eravamo ancora ingenui e inesperti ma appassionati e desiderosi di dare voce alla Chiesa locale e di raccontare non solo gli eventi diocesani più significativi ma anche le piccole e grandi iniziative che accompagnano la vita parrocchiale e alimentano la fede dei credenti.

In un mondo globalizzato il ruolo dei mezzi di informazione è sempre più importante non solo sul piano della cronaca ma anche e soprattutto su quello della formazione. Abbiamo cercato di intrecciare la cronaca dei fatti con articoli e approfondimenti che avevano lo scopo di formare una coscienza di fede.

Abbiamo rifiutato quel giornalismo scandalistico che, per aumentare il numero dei lettori, accende i riflettori sulle miserie morali e materiali dell’umana società. Alimentare l’istintiva morbosità non fa parte del nostro stile. Abbiamo deciso di raccontare la vita. Volti e storie di persone che hanno accolto le sfide della storia personale e collettiva.

La cronaca spesso riporta i numeri e nasconde i volti. La nostra rivista è ricca di storie e vicende liete e tristi, interviste vere e non edulcorate. Un archivio di quella che papa Francesco chiama la “santità della porta accanto”. Storie che mettono in luce il coraggio e la fragilità, la fatica e le gioie di chi prende sul serio gli impegni e le responsabilità. Abbiamo raccontato anche storie dolorose ma lo abbiamo sempre fatto con pudore e discrezione, con quel rispetto che sempre dobbiamo alla persona, anche quella che, nel dedalo della vita, ha smarrito la bussola del bene.

Una rivista obbliga a pensare, chiede di leggere gli eventi della storia sociale ed ecclesiale nella luce della fede, invita a cercare i piccoli e grandi segni di speranza malgrado le numerose contraddizioni che accompagnano il cammino dell’umanità. Non sempre siamo riusciti a raggiungere questo obiettivo ma so che abbiamo sempre cercato di farlo. La redazione diventa così un laboratorio ecclesiale, uno spazio di dialogo e di confronto in cui ciascuno dona e accoglie idee e parole.

Non solo ho visto nascere la rivista ma, per la parte che mi è stata affidata, l’ho aiutata a venire alla luce. Sono grato al Signore per avermi dato la possibilità di dare il mio contributo e ringrazio i Vescovi che mi hanno dato fiducia. E sono certo che, grazie all’impegno di tanti, la rivista potrà continuare il suo cammino per essere e sempre più diventare un punto di riferimento per la vita ecclesiale.

Silvio Longobardi, direttore editoriale dal 2005 ad ottobre 2019

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