Da molti anni ormai, mons. Carmine Citarella, parroco della comunità di Casali in Roccapiemonte, propone il presepe in una chiave biblica sempre nuova, intrecciando gli avvenimenti dell’anno con in contesto biblico. Per il 2024, in sintonia con l’Anno della Preghiera in preparazione al Giubileo, il presepe si ispira alla visione di san Francesco a Greccio: dove il Santo al tempo, pose al centro della natività Cristo vivo nell’Eucaristia.
Nel presepe di don Carmine, san Francesco in abito diaconale, regge un ostensorio, in cui attraverso di esso i visitatori entrano nel tempo della salvezza, dalla Natività alla Risurrezione. Simboli profondi – il gatto che fugge all’Annunciazione, le pecore che tornano nella Deposizione – raccontano l’opera redentrice di Gesù.
Anche nella comunità di San Potito, il presepe è carico di significato: in occasione degli 80 anni della bomba di Hiroshima, l’allestimento richiama la cultura giapponese, con il Monte Fuji sullo sfondo e pastori in abiti tradizionali. Qui, i Re Magi rappresentano tre emozioni universali con cui l’uomo si accosta all’incontro con il Signore: tristezza, gioia e rabbia, un cammino interiore che porta all’incontro con il Verbo fatto carne: Cristo re della pace.
Due presepi diversi, ma un unico messaggio: Cristo si fa uomo per essere accolto in ogni cultura e ogni tempo.
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