Parlamento Ue: un fragile spazio di dialogo politico

Nell’era della politica muscolare e urlata, l’emiciclo di Strasburgo offre ancora la possibilità di un confronto tra diverse visioni. 720 deputati, in rappresentanza di 450 milioni di europei, portano in emiciclo posizioni anche diametralmente differenti su democrazia, sicurezza, temi sociali, lavoro, ambiente, energia, digitale…
Foto Calvarese/SIR

La cronaca politica italiana ed europea sembra concentrarsi solo su alcuni temi e volti ricorrenti: lo scontro tra governo e opposizioni e tra governo e magistratura in Italia; le (preoccupanti) sortite di Donald Trump che toccano nervi scoperti della scena internazionale, coinvolgendo pesantemente l’Unione europea sul versante guerra in Ucraina, dazi commerciali, solidità della Nato, partnership Usa-Ue.

Una politica – qui risiede il problema – per lo più concentrata sulle dichiarazioni dei leader. Vale per Roma come per Washington, così come per Parigi, Berlino, Kiev, Mosca, Pechino o Tel Aviv. Le sedi istituzionali del dibattito, i parlamenti, vengono sostituiti dai mass media o, addirittura, dai social. Bastano poche parole su Facebook o, preferibilmente, su “X” per scatenare bagarre, senza quel necessario approfondimento delle rispettive posizioni, e del conseguente dibattito tra forze differenti, tra maggioranze e opposizioni, tra governi di Paesi diversi.

Eppure, c’è un’“agorà” che resiste alla disintermediazione, alla politica dei soli sondaggi, persino a quella solitamente urlata. È il Parlamento europeo.

L’istituzione Ue è eletta direttamente dai cittadini, rappresentativa di 450 milioni di europei, con 720 deputati provenienti da 27 Stati che puntualmente si confrontano su tutti i temi all’ordine del giorno: l’economia, la sicurezza, la rivoluzione digitale, il futuro dell’agricoltura, la tutela dei consumatori, le opportunità di studio e lavoro per i giovani, fino agli esteri e alle relazioni con i Paesi dei cinque continenti.

Anche questa settimana l’Eurocamera s’è ritrovata per la sessione plenaria a Strasburgo (10-13 febbraio) con un ricco e articolato ordine del giorno.

I deputati sono stati chiamati ad affrontare alcuni dibattiti, a votare normative europee. I rapporti con gli States versione trumpiana hanno attraversato i lavori dell’emiciclo. Ma non s’è trascurato l’impatto di tre anni di guerra in Ucraina, il conflitto in corso in Congo, il programma della Commissione Ue per il 2025, la competitività economia e il mercato unico dei Ventisette.

Si potrebbe osservare che le grandi decisioni della politica Ue passano più per la Commissione e per il Consiglio (dove sono rappresentati i governi) piuttosto che dal Parlamento. Ed è in parte vero. Eppure, non va trascurato il fatto che l’Assemblea ha potere legislativo e di bilancio condivisi con il Consiglio, e che proprio dai deputati e dai gruppi politici che siedono al Parlamento emergono le linee per interpretare gli orientamenti degli elettorati nazionali, per comprendere quale direzione sta assumendo l’Europa nel suo insieme. Questo anche perché al Parlamento europeo siedono partiti e deputati europeisti convinti e “patrioti” nazionalisti, conservatori e ultra-destra, sinistra e ambientalisti.

Al Parlamento europeo (che, come noto, svolge i suoi lavori anche nella sede di Bruxelles) si può semmai rimproverare una certa verbosità delle discussioni, tempi troppo lunghi per le principali decisioni legislative e di bilancio, talune scelte molto discutibili sul piano sociale ed etico, mediazioni al ribasso quando si tratta di riaffermare e difendere i grandi valori fondativi della stessa Unione europea iscritti nel Trattati fondativi.

Ma è pur vero che la politica, quella “alta”, ha i suoi tempi, richiede ascolto, rispetto reciproco e disponibilità al dialogo, capacità di ricercare insieme e di convergere quando c’è in gioco il bene comune, o almeno orientarsi verso il “male minore”. Virtù troppe volte neglette a livello politico nazionale e internazionale.

Gianni Borsa

Iscriviti alla nostra newsletter per restare sempre aggiornato.

Total
0
Shares
Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Related Posts