Antiqua et Nova

Il documento della Santa Sede sull’intelligenza artificiale: «Distinguerla dall’intelligenza umana»
Foto AFP-SIR

Distinguere il concetto di intelligenza in riferimento all’IA e all’essere umano. È l’obiettivo principale della Nota Antiqua et Nova, sul rapporto tra IA e intelligenza umana, elaborata dai dicasteri per la Dottrina della Fede e per la Cultura e l’Educazione.

Nel testo «si considera la prospettiva cristiana sull’intelligenza umana, offrendo un quadro generale di riflessione fondato sulla tradizione filosofica e teologica della Chiesa», per poi proporre «alcune linee guida allo scopo di assicurare che lo sviluppo e l’uso dell’IA rispettino la dignità umana e promuovano lo sviluppo integrale della persona e della società».

Usare la parola “intelligenza” sia in riferimento all’intelligenza umana che all’IA significa arrivare a «mettere in ombra la stessa persona umana», è il monito della Santa Sede riguardo all’approccio funzionalista. Il valore di una persona non dipende «dal possesso di singolari abilità, dai risultati cognitivi e tecnologici o dal successo individuale, bensì dalla sua intrinseca dignità fondata sull’essere creata a immagine di Dio».

Il problema, allora, è «come assicurare che i sistemi di IA siano ordinati al bene delle persone e non contro di esse».

I rischi

«Mentre le capacità analitiche dell’IA potrebbero essere impiegate per aiutare le nazioni a ricercare la pace e a garantire la sicurezza, l’utilizzo bellico dell’intelligenza artificiale può essere assai problematico», si legge con riferimento al tragico scenario attuale.

«Nessuna macchina dovrebbe mai scegliere se togliere la vita a un essere umano»: per la Santa Sede, la tecnologia dell’IA può rappresentare un «rischio esistenziale», in quanto dà alla guerra «un potere distruttivo incontrollabile».

«Esiste un serio rischio che l’IA generi contenuti manipolati e informazioni false, i quali, essendo molto difficili da distinguere dai dati reali, possono facilmente trarre in inganno». È quanto si legge nella Nota, in cui si mette in guardia da fake news e deepfake, le cui conseguenze possono essere molto gravi. Senza contare la tutela della privacy.

Per la Santa Sede, «il fatto che attualmente la maggior parte del potere sulle principali applicazioni dell’IA sia concentrato nelle mani di poche potenti aziende solleva notevoli preoccupazioni etiche».

«Consegnare l’economia e la finanza totalmente nelle mani della tecnologia digitale» è un rischio da evitare.

Contrariamente ai benefici dell’IA che vengono pubblicizzati, «gli attuali approcci alla tecnologia possono paradossalmente dequalificare i lavoratori».

L’IA rischia di rafforzare il modello di una «medicina per i ricchi», è l’altra denuncia del testo, in cui si osserva che «le persone provviste di mezzi finanziari traggono beneficio da strumenti avanzati di prevenzione e da informazioni mediche personalizzate, mentre altri riescono a fatica ad avere accesso persino ai servizi di base».

In campo educativo, il pericolo è di «un’accresciuta dipendenza degli studenti dalla tecnologia, intaccando la loro capacità di svolgere alcune attività in modo autonomo e un peggioramento della dipendenza dagli schermi».

M. Michela Nicolais

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