Parliamo di abuso quando, in una relazione asimmetrica, una persona sfrutta il potere connesso con la sua posizione di superiorità o di autorità per appagare bisogni personali a scapito dell’altra persona, che non è in grado di sottrarsi né di dare il suo consenso.
L’abuso è una forma di maltrattamento e include anche la trascuratezza. Ci sono varie forme di abuso: fisico, psicologico, emotivo, mentale, sociale, sessuale, spirituale e materiale. Ogni abuso è abuso di potere e della fiducia che sta alla radice.
L’abuso riguarda sempre la persona nella sua interezza, integrità, originalità e dignità. Lascia una ferita esistenziale, oltre alle ferite fisiche e psicologiche. Un abuso avviene sempre in un contesto che lo permette e lo copre. Perciò tutto l’ambiente deve chiedersi come mai è stato possibile che tali eventi siano avvenuti e che tuttora avvengano tra noi, e che cosa li avrebbe potuti impedire.
L’abuso non è qualcosa che accade a caso o in modo isolato. Se, come dice un proverbio africano, «ci vuole un villaggio per educare un bambino», ci vuole anche un villaggio per abusare un bambino. Il contesto sociale, la mentalità, la cultura, le strutture, i valori e le norme, le tradizioni e le concezioni che abbiamo dei bambini, della sessualità, della mascolinità e della femminilità, sono tutti aspetti che vengono coinvolti.
Nell’ambiente ecclesiale, la visione del sacerdozio e della vita consacrata, la differenza tra clero e laici, l’immagine della Chiesa e delle sue strutture, le forme di supervisione, la verifica, l’etica professionale, il diritto canonico, le visioni pastorali, liturgiche e spirituali possono favorire o impedire un ambiente abusante.
La realtà dell’abuso, in tutte le sue forme, passa per la quotidianità. Gli abusi sono una piaga sociale sin dagli inizi dell’umanità, sono presenti in ogni realtà culturale e sociale, indipendentemente dalla religione.
È necessario tener presente che, se una ragazza su cinque e un ragazzo su dodici hanno subito una forma di abuso, in tutte le nostre realtà ci sono sia vittime/sopravvissuti, sia persone che hanno tentato o attuato un abuso.
Questo esige e comporta un cambiamento di mentalità per promuovere una cultura di attenzione, di impegno e di responsabilità. Se sappiamo che la maggior parte degli abusi avvengono nell’ambiente familiare e sono perpetrati da persone conosciute alle vittime, è fondamentale ripensare la pastorale familiare, l’educazione sessuale, le competenze genitoriali e la formazione di formatori ed educatori.
A volte sembra ci voglia un ABC delle competenze di base. Un vademecum a partire dalla capacità relazionale, il rispetto dell’alterità, la responsabilità per il bene comune, la capacità di comunicare, di dialogare, di ascoltare, di dare e ricevere critiche, di affrontare e risolvere conflitti, di trovare consenso. Essenziale è l’etica come espressione di autenticità, di trasparenza e di competenza in ciò che si fa a livello personale e professionale.
Iscriviti alla nostra newsletter per restare sempre aggiornato.
- La parotite
- San Teodoro a Sarno, tracce di storia
- Abusi: creare una mentalità di prevenzione
- I mercoledì in onore di san Giuseppe
- Cinema: dal Giappone agli USA