Goffredo Fofi ha scritto un appassionato articolo pubblicato dal Corriere della Sera con il quale pone l’attenzione sull’importanza della scuola primaria e sulla sua funzione fondante dell’intero sistema d’istruzione.
La vocazione degli insegnanti è, secondo l’autore, una premessa imprescindibile per avviarsi ad una professione così impegnativa.
Infatti, riflette Fofi, lo stipendio in rapporto alle ore di lavoro fa pensare che sia solo la passione a muovere i maestri, considerando anche che quel prestigio sociale del ruolo si è notevolmente indebolito.
Fofi ripercorre il cammino della scuola elementare partendo dal Movimento di Cooperazione Educativa, nato dalla figura di un grande educatore francese, Célestine Freinet, che lo fondò negli anni tra i due conflitti mondiali.
È l’attivismo pedagogico che tanta fortuna ha avuto anche in Italia all’indomani della Seconda guerra mondiale. Ad una visione ancora verticistica, gentiliana, d’élite, la scuola “attiva” opponeva i valori della neonata Carta costituzionale e promuoveva il sapere come condizione ineludibile di libertà e democrazia. Nomi prestigiosi come Mario Lodi, Alberto Manzi, Gianni Rodari, don Lorenzo Milani, Maria Montessori sono legati a questa grande esperienza didattica, culturale ed umana.
L’istruzione primaria in Italia è quella che ha attraversato il più alto numero di riforme ed è, inoltre, fortemente improntata ai principi di condivisione del lavoro e di collaborazione tra i docenti.
Conclude Fofi: «Nella scuola elementare assai più che nelle medie e superiori, per non parlare dell’Università, ci sono ancora insegnanti di valore che sanno bene la responsabilità di aiutare un bambino a crescere, a farlo diventare nel tempo un cittadino come si deve, intelligente, attivo, responsabile».
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