Venerdì Santo, a Nocera Superiore ritorna la processione dei Misteri

Il tema dell’edizione 2025 è: “Oggi con me sarai nel paradiso” (Lc 23,43): la Croce inaspettata promessa. Una rappresentazione che coinvolge più di 120 figuranti. Si inizia alle 17.00 del 18 aprile al campo sportivo di Pucciano

Venerdì Santo, a Nocera Superiore ritorna la processione dei Misteri. L’appuntamento con la tradizione della Settimana Santa si fonda sull’antica processione di Gesù Morto e della Vergine Addolorata che risale ad oltre un secolo fa.

Don Andrea Amato, parroco di San Giovanni Battista e San Bartolomeo Apostolo in Nocera Superiore, spiega il perché di questa grande devozione.

Il tema dell’edizione 2025 è: “Oggi con me sarai nel paradiso” (Lc 23,43): la Croce inaspettata promessa.

Una rappresentazione che coinvolge più di 120 figuranti. Si inizia alle 17.00 del 18 aprile al campo sportivo di Pucciano.

Don Andrea, perché si chiama processione dei Misteri?
Don Andrea Amato
Don Andrea Amato

«La processione dei Misteri del Venerdì Santo di Pucciano affonda le sue radici nella antica tradizione della processione di Gesù Morto, ma che è sempre stata caratterizzata dall’arricchimento simbolico di alcune scene bibliche. Già dagli anni ’50 del secolo scorso le statue di Gesù Morto e dell’Addolorata erano precedute da simboli e statue in carta pesta rappresentanti le scene evangeliche che preparano e annunciano il Mistero redentivo di Gesù Morto e Risorto. Dagli anni ’60-’70 si è passati alla sostituzione delle statue con dei figuranti in abito».

Quali sono i misteri?

«I misteri rappresentati seguono lo schema pentapartito suddiviso con in: la preparazione del Regno con l’annuncio di Giovanni il Battista; la chiamata degli apostoli; i misteri della vita pubblica che prende le mosse dal ciclo di letture quaresimali dell’anno A (miracolo dei pani, lebbroso, adultera, samaritana, Lazzaro); i processi a Gesù giudaico e romano; la Passione; il tutto concluso dalle statue de Crocifisso dalle braccia snodabile e dell’Addolorata».

Un unicum perché non c’è la scena della crocifissione.

«La scena della crocifissione è stata una parentesi rappresentativa che si è conclusa per una scelta nel 2003. L’allora parroco don Antonio Adinolfi provocato in maniera forte dell’allora vescovo monsignor Gioacchino Illiano, sollecitò il consiglio parrocchiale e successivamente l’assemblea parrocchiale a riflettere sull’identità storico-devozionale e di fede della processione. Dopo un percorso lungo e non privo di difficoltà l’assemblea parrocchiale scelse che la crocifissione non era necessaria e distraeva dal senso stesso della processione e optò per l’abolizione. Negli anni successivi sono state organizzati solo i punti delle varie rappresentazioni delle scene delle cadute, degli incontri con la Madre, con il popolo e Pilato».

Oltre un secolo di storia, grazie a una donazione frutto di una conversione.

«Sicuramente oltre un secolo di storia per le edizioni con queste immagini, ma sicuramente più antica come processione di Gesù morto. Le statue sono frutto di un dono che nell’anno 1919-1920 fu fatto da Salvatore Trollo che emigrato in America ritrova la fede e manda in Italia la somma per far fare queste due statue».

Come vive la comunità la preparazione di questa tradizionale processione?

«Il cammino di preparazione segue due binari: quello organizzativo e quello della riflessione. Un percorso che parte sicuramente nella parte iniziale dell’anno, con le riunioni nel mese di novembre per guardare al tema a riflettere su come poter diffondere il messaggio, per poi arrivare nei mesi quaresimali alle tappe dei venerdì con le Vie Crucis».

Il tema di quest’anno, “Oggi con me sarai nel paradiso” (Lc 23,43): la Croce inaspettata promessa, è un invito a riscoprire la Croce sotto altri punti di vista. Come è possibile vivere questo “cambio di prospettiva”?
Il manifesto 2025

«La rappresentazione grafica del manifesto, forse un po’ sopra le righe per il tatuaggio della pericope evangelica sul costato, completata dal sottotitolo vuole invitare tutti a riflettere su come l’amore di Dio sulla Croce è scritto sulla sua pelle, come segno indelebile. Come i segni della crocifissione non vanno via nel Risorto così quell’amore deve farci sentire a livello quasi fisico il coinvolgimento in quel mistero di amore. Da una prospettiva cognitiva ad una più emotiva sentimentale che confluiscono nella decisione di aderire con la vita a quell’Amore crocifisso».

Ultima curiosità, tra uomini e donne quanti sono i figuranti che animano il corteo processionale?

«La processione in numeri è sempre complicata perché raccoglie tanti nell’organizzazione e nella collaborazione. Con i figuranti la risposta è più semplice in quanto si hanno circa trentacinque figure femminili e 85 figure maschili».

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