La tragedia paganese del Giubileo 1975. Un dramma che a 50 anni di distanza è ancora serbato nel cuore e nella memoria delle famiglie delle sette vittime. Era una domenica giubilare quel 20 aprile 1975 ed anche oggi, 50 anni dopo, è domenica. Ed è la domenica per eccellenza: la Domenica di Pasqua nel cuore del Giubileo della Speranza.
Questa mattina, durante la Messa nella parrocchia Madonna di Fatima in Pagani, si è pregato e ricordato quelle sette persone che erano in viaggio verso San Pietro, per vivere il pellegrinaggio giubilare.
Erano partite dalla chiesa della periferia rurale paganese, accompagnati dal redentorista padre Mario Barricella, per varcare la Porta Santa. Trovarono la morte sull’autostrada del Sole. Insieme al religioso, morirono anche: Carmelina Gallo, Giuseppina Guarracino, Silvio Giorgio, Dora Falcone, Rosa Pepe e Vincenzo Caso.
Il ricordo di padre Meschino
«Domenica, 20 aprile, il padre Mario partì di buon mattino dalla chiesetta della Madonna di Fatima con un gruppo di pellegrini alla volta di Roma, per guadagnare le indulgenze dell’Anno Santo. Doveva essere quella una giornata di festa per i partecipanti al pellegrinaggio. E nel pullman si pregava e si cantava. Ma, al Km. 7 della autostrada del Sole Napoli-Roma, dentro un banco improvviso di nebbia e di fumo, inatteso e terrificante, ci fu l’appuntamento con la morte. Saldo di sangue: 7 morti (tra cui il padre Mario) e diecine di feriti». Questo il ricordo, espresso in una cronaca d’epoca, del superiore provinciale dei Redentoristi padre Salvatore Meschino.
Qualche giorno dopo in migliaia si ritrovarono per le strade di Pagani in occasione dei funerali nella basilica di Sant’Alfonso. Le esequie furono presiedute da monsignor Jolando Nuzzi con oltre 50 sacerdoti.
«Le folle in lagrime hanno testimoniato visibilmente il dolore per le vittime della straziante sciagura e la profonda stima e la venerazione che nutrivano per il giovane redentorista letteralmente falciato dalla morte», ricordava ancora padre Meschino.
Padre Mario Barricella
Padre Mario era nativo di Sant’Angelo a Cupolo, provincia di Benevento, il 19 settembre 1944. Aveva professato il 29 settembre 1964.
Ordinato sacerdote il 5 agosto 1973, le sue mani olezzavano ancora di sacro crisma.
«Soltanto 20 mesi di sacerdozio, eppure in così breve tempo ha seminato intorno a sé un bene immenso, specialmente tra i fedeli e la gioventù della parrocchia «S. Alfonso», che impararono ad amarlo sinceramente», scrisse il superiore provinciale.
Questa mattina, durante la Messa delle 11.00, nella chiesa Madonna di Fatima, il ricordo e la preghiera per quelle sette vittime.
Per l’occasione il vescovo monsignor Giuseppe Giudice ha inviato un messaggio alla comunità parrocchiale, oggi guidata da don Francesco Amarante, e alle famiglie delle vittime.
Il messaggio del vescovo Giuseppe
«Carissimi don Francesco e comunità tutta, sono trascorsi 50 anni, 20 aprile Anno Santo 1975, da quando una tragedia sconvolse Pagani e il pellegrinaggio giubilare si colorò di sangue. Sulla strada verso Roma, Padre Mario Barricella, redentorista, e 7 pellegrini trovarono la morte, a causa di un incidente in autostrada. Mentre si accingevano ad attraversare la Porta Santa, incontrarono la porta stretta della morte ed approdarono alla Porta del Cielo. Oggi, giorno di Pasqua della Risurrezione di Cristo, vogliamo fare memoria della loro vita, offrendola di nuovo al Signore nella celebrazione eucaristica. Mi associo al dolore delle persone care e dei conoscenti; dolore che, anche se lenito dal tempo, riemerge soprattutto negli anniversari. Celebriamo la Santa Pasqua nella fede della Chiesa e nella certezza che Cristo ha vinto la morte. In Lui, e solo in Lui, si vive, si muore e si risorge. Mentre auguro a tutti una Santa Pasqua, Vi invito a pregare sempre per i vivi e per i defunti, sapendo che in Lui la vita non muore», ha scritto il vescovo Giuseppe Giudice.
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