«Tutti sanno che da Solofra arriva chissà cosa. Lo sa tutto il mondo. Ce lo dicono dall’America. Ma nel momento che si sa tutto, è possibile che non si può fare nulla per evitarlo? È possibile che questo fiume Sarno da fiume è diventato fogna a cielo aperto? Sì, è possibile. Se diciamo di no vuol dire che non siamo più cristiani»: parole di una verità disarmante quelle pronunciate ieri da padre Maurizio Patriciello, a Nocera Inferiore.
Il parroco del Parco Verde di Caivano è intervenuto alla Caffettiera blues, su invito del mensile diocesano Insieme, per presentare “Madre terra. Fratello fuoco”, libro scritto insieme alle mamme della Terra dei fuochi. L’incontro, a cui hanno partecipato anche il vescovo monsignor Giuseppe Giudice e Marzia Caccioppoli, mamma di Antonio morto a nove anni e mezzo per un tumore cerebrale incurabile, è servito a evidenziare i mali ambientali della terra campana. «Care mamme – ha detto Patriciello – hai voglia a insistere con tuo figlio nel dirgli che non deve buttare la carta a terra, quando stanotte un’autobotte sverserà veleno nelle nostre campagne».
Il prete della Terra dei fuochi ha ricordato anche di un incontro con il presidente della Regione Vincenzo De Luca: «Gli ho detto che sui roghi bruciano gli scarti delle industrie campane, delle fabbrichette cinesi che operano nel vesuviano in regime di evasione fiscale. Bisogna intervenire su questo, altrimenti i rifiuti continueranno a bruciare». Una realtà complessa, «che riguarda tutti» e che vede al centro «interessi e intrecci tra camorra, industria disonesta, politica distratta». Da qui l’appello al presidente di Confindustria Maurizio Boccia: «Speriamo che qualcosa cambi alla presidenza nazionale con l’elezione di un presidente salernitano». Gli ha fatto eco il direttore della Caritas diocesana, don Alessandro Cirillo: «In provincia di Salerno forse siamo la zona più interessata dalla presenza di malattie tumorali. Abbiamo avuto famiglie malavitose che hanno ucciso questa terra. Dall’Agro nolano alla valle del Sarno, il territorio è stato avvelenato nel sottosuolo. Oggi paghiamo un prezzo carissimo. Tra Sarno, San Valentino e tutta la zona, su 5 morti, uno è per arresto cardiaco, gli altri sono per tumore». Nessuno, dunque può tirarsi indietro: «Non abbiamo bisogno di una sola voce – ha detto padre Natalino Rauti –, ma di più voci che insieme formano una comunità che diventa coscienza critica sul territorio». E il vescovo ha fatto un parallelo tra immondizia e coscienza: «Sappiamo come molti si sono arricchiti sul sangue dei poveri, dei bambini, e continuano a farlo. Come credenti, come Chiesa, non ci dobbiamo fermare. Prima di tutto dobbiamo rimuovere l’immondizia che abbiamo nella coscienza. Se è lì, è anche nelle strade. A volte passo per alcune zone dove la mattina ripuliscono e il pomeriggio è sporco. Allora se c’è la mia coscienza ed è sporca, siamo in difficoltà».