Una nuova impostazione dell’Esame di Stato a causa della pandemia: Gerardo, Rosa Maria e Maria Rita raccontano le loro esperienze.
di Mariarosaria Petti
Non hanno festeggiato – come da tradizione – cento giorni prima dell’esame e non si sono ritrovati a cantare “Notte prima degli esami” abbracciati fuori al cancello della loro scuola. I maturandi del 2020 avranno molto da raccontare di questo insolito Esame di Stato.
L’esperienza di Gerardo. «Abbiamo sperato fino all’ultimo istante di tornare in classe, anche per due settimane soltanto» racconta Gerardo De Prisco, studente del Liceo Scientifico “B. Mangino” di Pagani. Il giovane ha inseguito il desiderio di normalità con caparbietà: «La classe si è dovuta separare e non abbiamo potuto vivere insieme l’ultimo giorno di scuola» prosegue. In compenso, l’istituto si è perfettamente organizzato per la didattica a distanza: «Siamo stati seguiti e supportati. Gli insegnanti sono andati incontro alle esigenze degli studenti che non avevano dispositivi e connessioni idonee o sufficienti, perché, ad esempio, in casa c’erano anche altri fratelli o sorelle impegnati con la DAD». Un solo accompagnatore ammesso e per Gerardo non ci sono stati dubbi: «Ho scelto mia sorella, anche lei è insegnante, mi ha sempre seguito nelle vicende scolastiche. È la persona giusta, che può infondermi tranquillità».
Da Corbara al resto del mondo. Rosa Maria Ruocco ha già sostenuto il suo Esame di Stato. Studentessa del Liceo Linguistico “G.B. Vico” di Nocera Inferiore, la ragazza originaria di Corbara ha avuto non poche difficoltà con la DAD: «Nel mio paese la connessione è scarsa, ma i professori sono stati molto pazienti, mi telefonavano per sapere se fossi riuscita a scaricare i documenti da studiare». La pandemia ha anche aperto scenari impensabili: «Il prof. di spagnolo ha creato una piattaforma digitale internazionale dove poter parlare in lingua straniera con tantissimi altri ragazzi, provenienti da ogni parte del mondo. Mi sono ritrovata a condividere la ricetta della pastiera napoletana in spagnolo. È stato bello!».
La maturità con il Covid-19. Una prova ancora più difficile per Maria Rita Canzolino, maturanda del Liceo Musicale “A. Galizia” di Nocera Inferiore, che ha dovuto affrontare il coronavirus: «Il 19 marzo, dopo due settimane di febbre, mio padre ha scoperto di aver contratto il Covid-19». Maresciallo della Guardia di Finanza, il papà ha contagiato tutta la famiglia. «Mio fratello è anche collassato» spiega la ragazza, che ha deciso di non informare i docenti della sua situazione di salute, per non essere privilegiata in sede d’esame. Maria Rita ha continuato a studiare e a registrare le sue esecuzioni al violoncello: «Era un modo per mantenermi impegnata e far passare più velocemente il tempo». La giovane ha superato brillantemente l’esame e adesso non le resta che scegliere il percorso universitario da intraprendere.
L’ultimo scampolo di normalità per questi ragazzi sarà ritrovarsi per i “quadri”. Nonostante tutto, la scuola sarà finita.